Konrad Lorenz: differenze tra le versioni

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*In generale gli uccelli che dispongono di una sola strofa sempre invariata vanno energicamente sconsigliati alle persone nervose. Ed è quasi inconcepibile che certuni non solo sopportino la [[quaglia]], ma se la tengano in casa proprio per il suo «pic-per-vic». Si immaginino tre pagine di questo libro tutte piene delle sillabe «pic-per-vic», e ci si farà una buona idea del canto della quaglia che, per quanto gradevole all'aperto, al chiuso, almeno secondo me, fa l'effetto di un disco rotto in cui la puntina rimane sempre allo stesso punto. (p. 144)
*Io mi sento molto seriamente impegnato a risvegliare in quanti più uomini possibile una profonda comprensione e venerazione per le meraviglie della natura, e aspiro fanaticamente a farmi dei proseliti. (p. 148)
*Ma, nelle condizioni in cui di solito li si tiene nei [[giardino zoologico|giardini zoologici]], i più infelici sono, di gran lunga, quegli animali intelligenti e vivaci di cui ho parlato prima a proposito del logorio dei nostri nervi. Essi però non suscitano quasi mai la compassione dei visitatori dello zoo, e tanto meno queste creature intelligenti ed evolute fanno pietà quanto più, sotto l'influsso della severa prigionia, si riducono ad essere dei poveri idioti, delle miserevoli caricature di se stessi. Mai nel pubblico ho colto un segno di compassione di fronte alle piccole gabbie dei grossi [[pappagallo|pappagalli]]. [...] E proprio i grossi pappagalli sono non solo intelligenti, ma anche incredibilmente vivaci, in senso sia fisico sia psichico, e assieme ai grossi corvi sono forse gli unici fra gli uccelli a conoscere quella forma di sofferenza che tormenta anche l'uomo in stato di cattività, la noia. [...] La padrona compassionevole che non capisce niente crede che l'uccello le faccia un «inchino» quando ripete incessantemente quel gesto che è rimasto l'unico residuo stereotipato dei disperati movimenti coi quali all'inizio aveva cercato di uscire dalla gabbia, nei suoi ripetuti e vani tentativi di volar via. Se liberate dal suo carcere uno di questi infelici, ci vorranno settimane o anche mesi prima che si azzardi a volare davvero. (pp. 153-154)
*{{NDR|Sull'inibizione che impedisce a un lupo di azzannare un suo simile che gli mostra la gola}} Devo tuttavia confessare che, nel mio sentimentalismo, sono profondamente commosso e ammirato di fronte a quel lupo che ''non può'' azzannare la gola dell'avversario, e ancor di più di fronte all'altro animale, che conta proprio su questa sua reazione! Un animale che affida la propria vita alla correttezza cavalleresca di un altro animale! C'è proprio qualcosa da imparare anche per noi uomini! Io per lo meno ne ho tratto una nuova e più profonda comprensione di un meraviglioso detto del Vangelo che spesso viene frainteso, e che finora aveva suscitato in me solo una forte resistenza istintiva: «Se qualcuno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra...». L'illuminazione mi è venuta da un lupo: non per ricevere un altro schiaffo devi offrire al nemico l'altra guancia, no, devi offrirgliela proprio per impedirgli di dartelo! (pp. 173-174)
*[...] tutti gli [[addomesticamento|animali domestici]] sono dei veri e propri schiavi, solo il [[cane]] è un amico. Certo, un amico devoto, sottomesso [...]. (p. 178)