Scent of a Woman - Profumo di donna: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Sui personaggi del film}} Charlie non si rende conto di essere un ragazzo in gamba, ma Slade sì, e fa in modo che lui prenda coscienza di se stesso. ([[Chris O'Donnell]])
*Dopo i ''remake'' dei film francesi ora gli americani hanno deciso di metter mano anche alle sceneggiature italiane. Questo film è infatti tratto, come l'omonimo film di [[Dino Risi]], da ''Il buio e il miele'' di [[Giovanni Arpino]]. Solo che l'ambiente è New York. [...] E se nel film di Risi è l'amore che gli fa cambiare idea, qui è il senso di protezione per il ragazzo, che difende davanti al preside del college. Grande interpretazione di Pacino, anche se piuttosto marcata, premiato con l'Oscar. (''[[il Farinotti]]'')
*Una storia godibile (anche se poco credibile), galvanizzata da una prova superlativa di Pacino, che gli è valsa un Oscar. La sceneggiatura di Bo Goldman è indebolita non poco da un appendice alla storia che sembra materiale di scarto di L'attimo fuggente. Basato sul film italiano del 1974 Profumo di donna ('''[[Leonard Maltin]]''')
*{{NDR|Sul personaggio interpretato da Al Pacino}} È sgradevole, ma vi innamorerete di lui. È sgarbato e prepotente e, allo stesso tempo, patetico. Vi strapperà il cuore. È un meraviglioso miscuglio di opposti: è un uomo folle, reso duro dalla vita, è autodistruttivo ma contemporaneamente non ha dimenticato di essere stato anche un ragazzo innocente. È un piacere osservare come le due personalità interagiscono. ([[Martin Brest]])
*Già è un pastrocchio. Gli americani però non s'accontentano d'un rifacimento: aggiungono una storia parallela etico-scolastico-giovanile alla maniera de «[[L'attimo fuggente]]»; inzeppano la vicenda di alberghi e oggetti lussuosi (una suite al Waldorf-Astoria di New York, abiti adattati su misura, pranzi e drink all'Oak Room del Plaza, una Ferrari, un tango danzato nella sala da ballo vuota del Pierre); smussano la vicenda brutale, sciolgono nel patetico o nel declamatorio il personaggio odioso. [...] Gran pastrocchio, per due ore e trentacinque minuti: e tuttavia non ci si annoia. Al Pacino, altre volte così bravo, strafà con un'autoindulgenza e un autocompiacimento insopportabili, ma anche con una virulenza che tiene desta l'attenzione. ([[Lietta Tornabuoni]])