Alpinismo: differenze tra le versioni

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Daniele Nardi+1
Ed. or. Deutsche Alpenzeitung, 1° agosto 1911, citato da Enrico Camanni, La nuova vita delle Alpi, Torino 2002, pagg. 62-63
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* La montagna è uno sport che presuppone la costante incombenza del rischio e della morte. ([[Cesare Musatti]])
* Le grandi montagne hanno il valore degli uomini che le salgono, altrimenti non sarebbero altro che un cumulo di sassi. ([[Walter Bonatti]])
* Oggi le montagne sono «vinte» con l'aiuto della corda e dei chiodi: un po' dappertutto si possono vedere persone penzolare da pareti completamente lisce, intere montagne vengono scalate con manovre di corda. Eppure l'esperienza insegna che molti di questi passaggi possono essere superati in arrampicata libera; in caso contrario, tanto vale non intestardirsi in insulsi tentativi. Anche il chiodo da roccia va considerato come un espediente di fortuna e non come un mezzo per conquistare le montagne. Non sarò io a negare che certi scalatori moderni subiscano entro certi limiti il fascino del rischio. Mi sembra però che il pensiero: «se cado, resto appeso a tre metri di corda» abbia moralmente meno valore dell'altro: «una caduta e sei morto!» ([[Paul Preuss]])
* Programma di alpinista povero. Pane e Marmolada. ([[Gino Patroni]])