La ballata del cavallo bianco: differenze tra le versioni

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==Dedica==
*''Signora, con un piccolo lume <br />| scrutiamo dal ciglio di Alfred, <br />| e sappiamo che vide, in mezzo al naufragio, <br />| il segno che pende dal tuo collo, <br />| dove Uno più di Melchizedek <br />| morì e non muore mai. <br />| Dunque, consegno queste rime a te <br />| che hai messo la croce nelle mie mani, <br />| da allora su di te, fiamma senza macchia, <br />| vidi il segno che vide Guthrum, <br />| quando lasciò affondare le navi dal terrore <br />| e fu pace di nuovo tra le acque.'' (p. 27, 2011)
*''Ricordi quando c'incamminammo, <br />| ombre di drago riflesse nella luna, <br />| e fra le tinte di fuoco della notte <br />| fummo dove combatterono la battaglia ignota <br />| e vedemmo i tronchi anneriti dove eruppe la furia, <br />| un rovo nero sopra Ethandune? <br />| Ed io pensai: "Camminerò con te, <br />| come l'uomo cammina accanto a Dio, <br />| un ramingo che segue una stella vagante, <br />| il cuore vagante di tutto ciò che esiste, <br />| la croce ardente dell'amore e della guerra <br />| che, come te, va avanti".'' (p. 27, 2011)
 
==[[Incipit]]==
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==Libro I – La visione del Re==
*''E la morte raggiunse l'Imperatore <br />| e la notte scese sul Papa: <br />| e [[Alfredo il Grande|Alfred]], chinato tra l'erba alta, <br />| fortificò il suo cuore con la speranza.'' (p. 31, 2011)
 
*''Ma in nome di questa piccola terra, <br />| di questo piccolo paese che conosco, <br />| chiedo se ciò che è ora, sarà per sempre, <br />| o se i nostri cuori si spezzeranno lieti, <br />| vedendo alla fine il nemico fuggire?'' (p. 37, 2011)
 
*''Le porte del cielo sono solo socchiuse, <br />| noi non sorvegliamo il nostro premio, <br />| il più rozzo villano può facilmente <br />| entrare silenzioso e veloce <br />| e arrivare dritto fino a me. <br />| Il passo di una giovane fanciulla, <br />| in disparte con i suoi pensieri, <br />| può vincere la guardia dei Tre Re <br />| e vedere l'amato e tremendo segreto <br />| che custodisco nel mio cuore. <br />| Ogni uomo semplice che passi sui campi <br />| nell'ombra che segue il tramonto <br />| può ascoltare tra una stella e l'altra, <br />| dall'uscio socchiuso dell'oscurità scesa, <br />| il concilio, più antico di tutto ciò che esiste, <br />| e i discorsi di colui che è Uno e Trino. <br />| Le porte del cielo sono solo socchiuse, <br />| noi non sorvegliamo il nostro oro, <br />| l'uomo può indagare l'origine del mondo <br />| o leggere il nome del peccato senza nome; <br />| ma se egli fallirà o vincerà <br />| a nessun uomo saggio può essere detto.'' (pp. 37-38, 2011)
 
*''Gli uomini dell'Est scrutano le stelle, <br />| per segnare gli eventi e i trionfi, <br />| ma gli uomini segnati dalla croce di Cristo <br />| vanno lieti nel buio. <br />| Gli uomini dell'Est studiano le pergamene, <br />| per conoscere i destini e la fama, <br />| ma gli uomini che hanno bevuto il sangue di Cristo <br />| vanno cantando di fronte le ingiurie.'' (p. 38, 2011)
 
*''La notte sarà tre volte più buia su di te <br />| e il cielo diventerà un manto d'acciaio. <br />| Sai provar gioia senza un motivo, <br />| dimmi, hai fede senza una speranza?'' (p. 39, 2011)
 
==Libro II – L'adunata dei capi==
*''Ma dalla bocca della Madre di Dio <br />| ho visto splendere la verità come un fuoco.'' (p. 47, 2011)
*''La sua [[arpa]] era intarsiata finemente, <br />| la sua spada pronta e tagliente, <br />| ed egli gioiva quando brandiva la spada, <br />| era triste quando suonava l'arpa. <br />| Perché il grande popolo d'[[Irlanda]] <br />| è quello degli uomini che Dio ha creati pazzi, <br />| perché le loro guerre sono inni di gioia <br />| e tutte le loro canzoni sono tristi.'' (pp. 49-50, 2011)
 
==Libro III – L'arpa di Alfred==
[[File:Pictures of English History Plate VIII - Alfred in the Danish Camp.jpg|thumb|right|Alfred suona con l'arpa al Campo dei Danesi]]
*''Su di voi è caduta l'ombra, <br />| ma non è caduta sul Verbo; <br />| anche se noi siamo dispersi e fuggiamo <br />| e voi incombete su di noi come il cielo, <br />| voi siete stanchi di vittorie molto più <br />| di quanto noi lo siamo di vergogne. <br />| Sebbene voi diate la caccia ai Cristiani <br />| come lepri sulla collina, <br />| la lepre ha molta più voglia di correre <br />| di quanta ne abbiate voi di inseguirla. <br />| Sebbene tutte le lance si spezzino di fronte a voi <br />| e tutte le spade siano impugnate invano, <br />| noi abbiamo molta più brama di fallire di nuovo <br />| di quanta ne abbiate voi di vincere di nuovo.'' (pp. 66-67, 2011)
*''I nostri monaci vanno col saio sotto la pioggia e la neve, <br />| ma dentro il cuore brucia il fuoco, <br />| mentre voi andate agghindati alle feste e tra le fiamme, <br />| ma dentro è il ghiaccio ovunque; <br />| e anche le tragedie inesorabili non renderanno muti <br />| gli uomini che incessantemente domandano, <br />| a meno che non sia meglio digiunare in tempo di gioia, <br />| piuttosto che far festa in tempo di miseria.'' (p. 67, 2011)
*''"Prima che la triste stirpe dei padri dei vostri dèi <br />| vedesse trascorrere la sua triste alba, <br />| il Cavallo Bianco della Valle del Cavallo Bianco, <br />| che voi avete lasciato coprire e sparire, <br />| affiorò dall'erba. <br />| Dunque la vostra fine è su di voi, <br />| è su di voi e sui vostri re, <br />| non a causa di un fuoco nella palude di Ely <br />| non perché i vostri dèi sono nove o dieci, <br />| ma perché solo agli uomini cristiani <br />| è dato custodire anche il mondo dei pagani. <br />| Perché il nostro Dio ha benedetto la creazione <br />| chiamandola 'buona'. So bene <br />| che lo spirito a cui ciecamente vi siete legati <br />| ha benedetto con le sue mani la distruzione; <br />| eppure, in nome della morte di Dio, le stelle splenderanno <br />| e le mele continueranno a maturare".'' (p. 67-68, 2011)
 
==Libro IV – La donna nella foresta==
[[File:Pictures of English History Plate VII - King Alfred and the Cakes.jpg|thumb|right|Alfred sorveglia la torta della donna]]
*''Alfred, chinandosi faticosamente, <br />| si sedette presso il fuoco per sorvegliarlo, <br />| e come la donna si era impietosita di lui, <br />| così lui si mosse a pietà di lei. <br />| E pregava: "O grande cuore nella notte, <br />| raggio che sorgi in mezzo al buio, <br />| la penombra sparirà e sorgerà il mattino <br />| e niente di tutto questo capiterà a lei, <br />| fino a quando Dio sconvolgerà il mondo <br />| e tutti gli ultimi saranno i primi. <br />| E Dio, insieme al popolo che lo serve, <br />| ha condiviso la Sua legge tremenda: <br />| non si è fatto servo anch'Egli, <br />| non è stato anch'Egli dimenticato? <br />| Non fu forse Dio il mio giardiniere, <br />| silenzioso come un servo, <br />| che fece crescre le querce sulle alture <br />| e riempì di piante i nostri cimiteri? <br />| E non fu forse Dio il mio armaiolo, <br />| scrupoloso e senza compenso, <br />| che saldò il mio teschio come un elmo <br />| e delle costole fece il mio usbergo? <br />| Non fu forse il grande servo canuto <br />| dei miei antenati e mio, <br />| che costruì questo teatro di pini, <br />| che allevò il pollame e maturò le vigne, <br />| che lavorò, passò e non lasciò altra traccia <br />| se non misericordia e mistero?" <br />'' (p. 73, 2011)
*''Ma in questo grigio mattino della vita, <br />| a volte giunge alla mente <br />| una piccola luce che scintilla e vola, <br />| come una stella che ondeggia nel vento. <br />| Una stella che giunge dall'ignoto, senza nome, <br />| una luce che guizza e volteggia, <br />| e grida che, circondati da siepi o dall'alto di una collina, <br />| persino sulla terra, alla fine può essere il peggio <br />| quando si affrontano i signori del male. <br />| È un bagliore che danza, il fremito di una stella, <br />| che l'onda di un arido vento spinge e fa girare, <br />| ma sembra che essa canti di una virtù impavida, <br />| di un tempo che non ha potere sulla morte e sulla vita, <br />| e canta che il regno dei poveri sulla terra <br />| verrà, come accade in cielo.'' (p. 74, 2011)
 
==Libro V – Ethandune: il primo attacco ==
*''"O, cari compagni di bevute, <br />| ragazzi del mio albero di mele, <br />| il mondo si fa greve e imprevedibile, <br />| uomini saggi vi governeranno <br />| e voi piagerete per me. <br />| Portatemi dalle mie mandrie, <br />| presso i campi della mia tenuta; <br />| là, dove il mio cane guairà per me <br />| e i miei amici si inginocchieranno, <br />| e dove nemici, caduti sotto i miei colpi, <br />| non mi hanno mai augurato il male."'' (p. 86)
*''"Seppellitemi là dove morirò" disse, <br />| "sia che cada per primo o per ultimo, <br />| se cadrò tra i sassi durante il primo attacco <br />| o se morirò presso le mura di Wantage; <br />| non sollevate la mia testa dalla terra insanguinata, <br />| non portate a casa il mio corpo, <br />| poiché tutto il mondo è terra di [[Roma]] <br />| e, dunque, io morirò a Roma".'' (p. 88, 2011)
*''E il re disse: "Ora prendi la mia spada, <br />| tu che hai fatto divampare il fuoco, <br />| perché questo è il modo dei Cristiani, <br />| la tempra del guerriero come quella del prete: <br />| lanciare i propri cuori oltre le certezze, <br />| per guadagnare ciò che il cuore desidera. <br />| Puoi giurare fedeltà ad un'accolita di monaci, <br />| o di fronte ad una moglie graziosa, <br />| ma questo è il modo dei Cristiani: <br />| che il loro giuramente duri fino alla morte. <br />| Perché l'Amore stesso, nostro Signore, alla fine del mondo, <br />| sarà seduto in trono su un cavallo rosso, <br />| con un elmo d'ottone ed un arco di ferro, <br />| ma avrà una freccia sola. <br />| L'Amore, con lo scudo del Cuore Spezzato, <br />| tende sempre il suo arco, <br />| un solo dardo per un solo premio, <br />| ed il colpo finae, che parte e vola, <br />| giunge come il tuono che spacca il cielo <br />| e ha il suono di anime straziate. <br />| E così tu meriti la spada del re, <br />| tu che hai lanciato via la tua spada".'' (p. 93, 2011)
 
==Libro VII – L'assalto finale==
*''Lontano, sul fianco solitario del Cavallo Bianco <br />| un bambino tranquillo e solo <br />| giocava con poco mentre passavano le ore <br />| e pazientemente strappava l'erba, <br />| pazientemente spostava una pietra. <br />| Ai piedi del pendio verde da sempre, <br />| dove il gesso lambiva il manto erboso, <br />| il bambino giocava, solo, divino, <br />| come un bambino gioca sulla linea di confine <br />| che separa la sabbia e la schiuma. <br />| Poiché egli stava su un confine supremo <br />| troppo semplice da comprendere, <br />| avendo negli occhi quel mattino misterioso <br />| in cui il Padre separò il mare <br />| con fragore, dalla terra. <br />| Per ore, lunghe nell'infanzia come giorni, <br />| egli costruì una torre invano – <br />| mise una pietra sull'altra per costruire un paese, <br />| e continuamente le pietre cadevano, <br />| e lui le metteva di nuovo una sull'altra. <br />| I re porporati sulle torri di guerra <br />| e i santi sulle guglie gotiche, <br />| e gli eremiti sulle vette innevate, <br />| e gli eroi sopra le proprie pire, <br />| e i patrioti che cavalcano regalmente, <br />| tutto questo distruggeva quel paese traballante: <br />| mani protese, e voracità e ambizione, <br />| che tentano di salire sempre più in alto; <br />| il bambino che il Tempo non può stancare, <br />| continua a cantare sul fianco del Cavallo Bianco. <br />| E questa era la potenza di Alfred, <br />| alla fine del suo cammino; <br />| tra questi combattenti, saggi o selvaggi, <br />| egli era il meno distante da quel bambino, <br />| che ammucchiava pietre tutto il giorno.'' (pp. 109-110, 2011)
*''E come un bambino i cui mattoni crollano <br />| si mette a sistemarli ancora e ancora, <br />| vennero crolli e scrosci infuocati, <br />| col tempo, che gira come una ruota, <br />| e accovacciatosi tra le ginestre e le felci <br />| egli cominciò la sua vita una volta di più. <br />| Sciolse dal collo il suo corno d'avorio <br />| e rise; ma non con arroganza: <br />| "Finisce la battaglia di Ethandune <br />| con il soffio di un corno".'' (pp. 110-111, 2011)
*''Ditemi se è meglio <br />| essere colpiti dai pali danesi, <br />| essere stanati dentro un fossato fortificato, <br />| e braccati come una strega che urla, <br />| magari attendere la morte nascosti? <br />| Oppure, che prima del canto del gallo, <br />| tutti noi, un migliaio di uomini tenaci, <br />| scendiamo la scura strada verso la casa di Dio, <br />| intonando un canto del Wessex? <br />| Rendersi schiavi ad una razza di schiavi, <br />| ubriacarsi di infamia? <br />| No, fratelli, se permettete, io penso <br />| che la morte sia una birra migliore, <br />| e per tutte le stelle di Cristo che affondano, <br />| i Danesi la berranno con me. <br />| Invecchiare tra le paure in una terra conquistata, <br />| con il sole stesso spodestato, <br />| vedere gli alberi incurvarsi e le bestie abortire? – <br />| La morte è una birra migliore, <br />| e per l'ombra della Morte sul mattone caduto, <br />| questo fiasco continuerà a girare. <br />| Sebbene tutti i paladini siano morti, <br />| e la gloria li abbia tra i suoi, <br />| sebbene tutti i vostri irruenti cavalieri <br />| siano morti con onore in mezzo ai Danesi, <br />| finché un solo uomo resta, resta una grande guerra: <br />| ora è la guerra degli uomini.'' (pp. 112-113, 2011)
 
==Libro VIII – La cura del cavallo==
* ''"Sebbene abbia affidato questa terra a Nostra Signora, <br />| che mi aiutò ad Athelney, <br />| sebbene non esistano alberi più maestosi, <br />| prati più rigogliosi e colline più serene <br />| di quelli del giardino della Madre di Dio, <br />| tra la riva del Tamigi ed il mare, <br />| so che anche lì le erbacce attecchiranno <br />| più in fretta di quanto possiamo bruciarle; <br />| e sebbene essi vaghino e si disperdano, <br />| tra molti secoli, tristi e lenti, <br />| – io ho una visione – io so <br />| che i pagani ritorneranno. <br />| Essi non verranno su navi da guerra, <br />| non devasteranno col fuoco, <br />| ma i libri saranno il loro unico cibo, <br />| e con le mani impugneranno l'inchiostro. <br />| Non con lo spirito dei cacciatori <br />| o con la feroce destrezza del guerriero, <br />| ma mettendo a posto ogni cosa con parole morte, <br />| ridurrano le bestie e gli uccelli a burattini <br />| ed il vento e le stelle ad una ruota che gira. <br />| Avranno l'aspetto mite dei monaci, <br />| pieni di fogli e di penne; <br />| e voi guarderete alle vostre spalle ammirando <br />| e desiderando un giorno come quelli di Alfred, <br />| in cui, almeno, i pagani erano uomini. <br />| Il caro sole rimpicciolito tra soli spaventosi, <br />| come fiori superbi sul loro stelo, <br />| la terra smarrita e piccola come un chicco, <br />| tra le selve immense del cielo profondo, <br />| – queste saranno le piccole erbacce che vedrete <br />| strisciare, coprendo il gesso. <br />| Ma se anche calpesteranno il mare santo di Maria, <br />| e ruberanno le ali di San Michele – <br />| se anche racconteranno meraviglie, <br />| più grandi di quelle che Virgilio <br />| creò per l'imperatore romano; <br />| voi li riconoscerete da questi segni: <br />| lo spezzarsi della spada, <br />| e l'uomo che non è più un cavaliere libero, <br />| capace di amare o di odiare il suo signore. <br />| Sì, questo sarà il loro segno: <br />| il segno del fuoco che si spegne, <br />| e l'Uomo trasformato in uno sciocco, <br />| che non sa chi è il suo signore. <br />| Anche se arriveranno con carta e penna <br />| e avranno l'aspetto serio e pulito dei chierici, <br />| da questo segno li riconoscerete, <br />| dalla rovina e dal buio che portano; <br />| da masse di uomini devoti al Nulla, <br />| diventati schiavi senza un padrone, <br />| da un cieco e remissivo mondo idiota, <br />| troppo cieco per essere disprezzato; <br />| dal terrore e da storie crudeli <br />| di una macchia segnata nelle ossa e nella stirpe, <br />| dalla vittoria dell'ignavia e della superstizione, <br />| maledette fin dal principio, <br />| dalla presenza di peccatori, <br />| che negano l'esistenza del peccato; <br />| da questa rovina silenziosa, <br />| dalla vita considerata una pozza di fango, <br />| da un cuore spezzato nel seno del mondo, <br />| dal desiderio che si spegne nel mondo; <br />| dall'onta scesa su Dio e sull'uomo, <br />| dalla morte e dalla vita rese un nulla, <br />| riconoscerete gli antichi barbari, <br />| saprete che i barbari sono tornati. <br />| Quando si fa un gran parlare di moda e correnti, <br />| e di saggezza e destino, <br />| date il benvenuto all'idolatria che non muore, <br />| che è più triste del mare. <br />| Come gli uomini potranno sconfiggerla, <br />| o se la Croce si innalzerà di nuovo <br />| con la carità o con la cavalleria, <br />| la mia visione non lo dice; e io non vedo altro; <br />| ma ora, pur nel dubbio, cavalco <br />| verso la battaglia sulla pianura."'' (pp. 133-134-135, 2011)
 
==Bibliografia==
*Gilbert Keith Chesterton, ''La ballata del cavallo bianco'', Raffaelli Editore, Seconda Edizione 2011, a cura di Annalisa Teggi e Marco Antonellini, postfazione di Marica Ferri.
 
[[Categoria: Opere letterarie]]