Luigi Baldacci: differenze tra le versioni

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*Non saprei dire se il Novecento italiano abbia avuto o no narratori maggiori di [[Federigo Tozzi|Tozzi]]. Ma credo si possa affermare che il fronte di esperienze sul quale Tozzi ha lavorato, non sia stato portato più oltre in seguito. (citato in ''Tozzi moderno'', Torino, Einaudi, 1993)
*[[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]] [...], ad onta dei tentativi di farne uno scrittore colto, resta fuori da ogni circolazione intellettuale, anzi ha sempre mantenuto rapporti difficili con la lingua, con la grammatica, con la sintassi, e quando cerca un'espressione barocca al di là della comunicazione, è perché la chiave realistica lo metterebbe in imbarazzo imponendogli un codice rigidamente definito. (da ''Uno scrittore in libertà'', in Aldo Palazzeschi, ''Tutti i romanzi. Volume primo'', Mondadori, Milano, 2004, p. XVI)
*[[Paolo Isotta]], una delle certezze più autentiche [...] della nuova critica italiana. [...] Isotta non è di quei critici che hanno un loro ''progetto'' e si battono per il suo successo, dando l'impressione di coloro che, a duemila anni dalla discesa di Cristo in terra, aspettano ancora il messia. Sa che la partita si è chiusa per sempre, e forse addirittura nel secolo scorso, e per questo c'è una felicissima consonanza tra il prefatore e l'autore di questi saggi, tanto ammirabili per chiarezza quanto sottilmente angosciati dal sentimento dell'irreparabile, dalla certezza di una universale decadenza {{NDR|della musica}}, quella che Isotta chiama appunto «degenerazione verso l'intellettualismo». (da [http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1977/n.133/3 ''Uomini e musica''], ''Il Tempo'', 28 maggio 1977)
*Tra le cose che non hanno capito le nostre sinistre – l'equivoco più tragico – è quello di aver creduto a una progressività del mondo arabo. (citato in ''Alberto Vigevani, la civiltà delle lettere'', ''Corriere della sera'', 31 marzo 2009)
*[...] così come in quasi tutte le opere della [[Patrizia Valduga|Valduga]], il rigido schema metrico, costituito dall'alternarsi obbligato di rime e misure sillabiche, serve all'autrice per poter incanalare la piena sensuale che traspare dalle sue [[poesia|composizioni poetiche]] e per attenuare il suo lessico estremamente crudo ed [[Erotismo|erotico]]. (in ''Nota introduttiva'' a [[Patrizia Valduga]], ''Medicamenta e altri Medicamenta'', Collezione di poesia, Torino, Einaudi, 1989 ISBN 8806116185)