Cvetan Todorov: differenze tra le versioni

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'''Cvetan Todorov''' (1939 – vivente), filosofo bulgaro.
 
*Che cos'è un'intellettuale? Per parte mia limitò l'uso di questa parola nel modo seguente: è uno studioso o un'artista (categoria che include anche gli scrittori) che non si accontenta di fare opere scientifiche o di creare opere d'arte, di contribuire dunque al progresso della verità o allo sviluppo del bello, ma che si sente anche toccato dal problema del bene pubblico. Dei valori della società in cui vive e che partecipa quindi al dibattito su quei valori. L'intellettuale, secondo questa definizione, si situa a uguale distanza dall'artista o dallo studioso che non si preoccupa della dimensione politica ed etica del suo lavoro, come dal politico e dal propagandista di professione, che non produce alcuna opera. (da ''L'uomo spaesato'', Donzelli, Roma, 1997, p. 99)
*I «semiti» non costituiscono una razza visibile, l'antisemita si contenta di associare una serie di caratteristiche sociali (come la religione o il mestiere, o un certo modo di praticarli), ma nei periodi di antisemitismo feroce cerca di farli coincidere con caratteristiche fisiche visibili, come è facile constatare per esempio nell'iconografia propagandistica di Vichy. (da ''L'uomo spaesato'', Donzelli, Roma, 1997, p. 95)
*Il [[passato]] è fruttuoso non quando serve a nutrire il [[risentimento]] o il trionfalismo ma quando il suo gusto amaro ci porta a trasformarci. (da ''L'uomo spaesato'', Donzelli, Roma, 1997, p. 49)
*Il viaggiatore aveva un pregiudizio favorevole nei confronti di popoli di contrade lontane e cercava di descriverli ai suoi compatrioti; [...] ora l'uomo moderno è incalzato. Il [[turista]] farà quindi, un'altra scelta: le cose, e non più gli esseri umani, saranno oggetto della sua predilezione: paesaggi, monumenti, rovine… Il turista è un visitatore frettoloso… non solo perché l'uomo moderno lo è in generale, ma anche perché la visita fa parte delle sue vacanze e non della sua vita professionale; i suoi spostamenti all'estero sono limitati entro le sue ferie retribuite. La rapidità del viaggio costituisce già una ragione della sua preferenza per l'inanimato rispetto all'animato: la conoscenza dei costumi umani, diceva Chateaubriand, richiede tempo. Ma c'è un'altra ragione per questa scelta: l'assenza di incontri con soggetti differenti, è molto riposante, poiché non mette mai in discussione la nostra identità; è meno pericoloso osservare cammelli che uomini. (da ''Noi e gli altri'', ''L'Esotico'', Torino, 1991)