Giordano Bruno: differenze tra le versioni

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*Allora da [[Ermes Trismegisto|Trismegisto]] sarà detto grande miracolo l'uomo che si muta in dio quasi fosse un dio egli stesso; che cerca di essere il tutto come dio è in tutto; che aspira all'oggetto illimitato (tuttavia dovunque da circoscrivere), come illimitato è dio, immenso, dovunque totalmente.
:''Hinc "miraculum magnum a Trismegisto appellabitur homo", qui in deum transeat quasi ipse sit deus, qui conatur omnia fieri, sicut deus est omnia; ad obiectum sine fine (ubique tamen finiendo) contendit, sicut infinitus est deus, immensus, ubique totus.'' (I.1)
*{{NDR|Sul [[Vesuvio]]}} Allora io, rivoltomi da quella parte con i miei limpidi occhi, contemplando quella figura informe e percorrendo con lo sguardo il suo aspetto, nient'altro che un ammasso nerastro di terra, dissi: quello con il dorso prominente, quello con la schiena curva e dentellata, che raggiunge e fende il cielo? Tanto distante di qui, brutto, coperto di fumo, non produce alcun frutto, né pomi, né uva, né dolci fichi: è privo di alberi e di orti, oscuro, tetro, triste, truce, vile, avaro. Ma tu<ref>L'autore si rivolge al monte Cicala, nel territorio nolano.</ref>, sorridendo: eppure è mio fratello e mi ama, e vuole bene anche a te. Osservalo bene, dunque, e non disprezzare le sue blandizie. So che non farà niente che ti sia molesto, e se non vorrai rimanerci ritornerai.<ref group="fonte">Citato in [[Anacleto Verrecchia]], ''Giordano Bruno'', Donzelli editore, Roma, 2002, p. 10. ISBN 88-7989-676-8</ref>
 
===Citazioni su ''De innumerabilibus, immenso et infigurabili''===