Bonaventura da Bagnoregio: differenze tra le versioni

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San '''Bonaventura da Bagnoregio''', nato '''Giovanni Fidanza''' (1217/1221 circa – 1274), cardinale, filosofo e teologo italiano.
 
*È insito nell'anima l'odio della falsità; ma ogni odio nasce dall'amore, perciò è molto più radicato nell'anima l'amore della [[verità]] e specialmente di quella verità per la quale l'anima è stata fatta. (dal<ref>Dal ''De Mysterio Trinitatis'', q. 1, a. 1'', in ''Itinerario della mente in Dio. Riconduzione delle arti alla teologia'', tradotto daS. Martignoni, O. Todisco, L. Mauro, Città Nuova, 2000).</ref>
*La [[materia]] è il principio di ogni limitazione. (citato<ref>Citato in ''Focus'', n. 90, pag. 162).</ref>
*O anima, adunque che pensi tu che sia la divina consolazione? Certo, o anima, quella dolcezza è tanto grande e tanto suave consolazione che solo nel cuore apparisce che sia la divina consolazione, certo, o anema, questa dolcezza è tanto grande e tanto suave delettazione che, solo nel cuore sentendo, pensi quel che sia la divina consolazione. (da<ref>Da ''Soliloquio'', ''Della consolazione divina'')<ref>Citato; citato in ''La Letteratura Religiosa'', p. 59, Fratelli Fabbri Editori, Milano 1965.</ref>
* L'[[maschio e femmina|uomo]], poiché è forte e presiede alla [[maschio e femmina|donna]], rappresenta la parte più elevata della ragione, invece la donna quella inferiore. E ciò a motivo della virilità da un lato, e della debolezza e fragilità dall'altro. (da<ref>Da ''Comm. in sec. librum Sententiarum Pietri Lombardi'', dist. XVI, art. 2, q. 2 e dist. XIX, a. 1, q. 1'').</ref>
*Quando egli {{NDR|[[San Francesco d'Assisi]]}} considerava la fonte primordiale di tutte le cose, si sentiva colmo di ancora più abbondante pietà, e chiamava le creature, anche le più piccole, con il nome di fratello o sorella, perché sapeva che venivano dalla stessa fonte da cui anche lui veniva. (da ''Vita di San Francesco d'Assisi''; citato in Steven Rosen, ''Il vegetarismo e le religioni del mondo'', traduzione di Giulia Amici, Jackson Libri 1995, p. 36)
* L'[[maschio e femmina|uomo]], poiché è forte e presiede alla [[maschio e femmina|donna]], rappresenta la parte più elevata della ragione, invece la donna quella inferiore. E ciò a motivo della virilità da un lato, e della debolezza e fragilità dall'altro. (da ''Comm. in sec. librum Sententiarum Pietri Lombardi, dist. XVI, art. 2, q. 2 e dist. XIX, a. 1, q. 1'')
 
==''Vita di San Francesco d'Assisi''==
===[[Incipit]]===
''La [[Grazia divina|grazia di Dio]] nostro Salvatore si è manifestata in questi ultimi tempi'' (Tit. 2,11), per mezzo del servo suo [[Francesco d'Assisi|Francesco]], ''a tutti'' i veri ed umili [[Amico|amici]] della santa [[povertà]]. Questi, venerando in lui l'infinita misericordia di [[Dio]], vengono ammaestrati dal suo esempio a ''rinunciare'' decisamente ''all'empietà e alle vane cupidigie del [[mondo]]'', a conformare la propria [[vita]] a quella di [[Cristo]], ed a tendere con costante impegno al conseguimento della ''sperata beatitudine''.
 
===Citazioni===
*Pur vivendo nel [[mondo]], egli imitò talmente la purezza degli [[Angelo|Angeli]], da essere proposto ad esempio ai perfetti imitatori di Cristo. (p. 7)
*Venuta quindi a conoscenza di molti la notizia della semplicità della dottrina e dell'autentica vita di questo servo di Dio, alcuni uomini, attratti dal suo esempio, cominciarono a sentirsi incoraggiati ad abbracciare la vita di penitenza e, abbandonando tutto, unirsi a lui sia nel modo di vestire che di vivere.<br>Primo fra questi fu [[Bernardo di Quintavalle|Bernardo]], uomo veramente venerando. (p. 38)
*Avendo chiesto i frati che insegnasse loro a pregare, egli rispose: «Quando pregate, dite il Pater noster, oppure: Ti adoriamo, o Cristo, in tutte le tue [[Chiesa (architettura)|chiese]] che sono in tutto il mondo e ti benediciamo, perché per mezzo della tua santa [[croce cristiana|croce]] hai redento il mondo». (p. 51)
*Poiché all'uomo, avvolto ancora nelle infermità della carne, non è possibile seguire perfettamente il divino Agnello immacolato e crocifisso senza mescolarvi delle colpe, Francesco confermava con l'evidenza del suo esempio che, coloro i quali vogliono tendere alla perfezione, debbono purificarsi quotidianamente nelle acque delle [[Lacrima|lacrime]]. (p. 73)
*{{NDR|[[Francesco d'Assisi]]}} considerando l'origine di tutte le cose era colmato da una grande pietà e chiamava tutte le creature, non importa quanto piccole fossero, col nome di fratello e sorella, perché sapeva che esse provenivano dalla stessa sorgente dalla quale proveniva lui.<ref>Citato in [[Andrew Linzey]], ''Teologia animale'', traduzione di Alessandro Arrigoni, Cosmopolis, Torino, 1998, p. 11. ISBN 978-88-87947-01-4</ref>
 
==Bibliografia==