Vintilă Horia: differenze tra le versioni

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*I grandi scrittori dello spazio di Vienna, fra i quali si devono citare [[Rainer Maria Rilke|Rilke]], [[Franz Kafka|Kafka]], [[Robert Musil|Musil]] e [[Hermann Broch|Broch]], e anche il triestino [[Italo Svevo|Italo Svevo]], amico e ammiratore di [[James Joyce|Joyce]], hanno vaticinato con le loro opere la sorda rovina dell'impero e hanno convertito il dolore e la morte, la vecchiaia e la sofferenza, in autentiche tecniche di conoscenza. In questo senso, anche [[Thomas Mann|Thomas Mann]] appartiene a questa atmosfera spirituale. Uno spazio tragico si stava formando e questo era suscettibile, secondo l'interpretazione che [[Max Scheler|Max Scheler]] dà ai vocaboli «tragico» e «tragedia» di rappresentare la sfera dei «valori». Scheler scrive: «In uno spazio, in cui non c'è posto per i valori — come quello che sta attualmente costruendo la fisica meccanicistica — non esiste la tragedia. Soltanto dove esistono il superiore e l'inferiore, il nobile e il volgare, possono esistere anche cose capaci di assumere le apparenze di avvenimenti tragici». E più avanti: «Forse è necessario che un valore sia distrutto perché il tragico possa manifestarsi». (da ''James Joyce e il senso dell'autorità'', pp. 91-92)
*Diceva [[Karl Kraus|Kraus]] (citato da [[Allan Janik|Allan Janik]] e [[Stephen Toulmin|Stephen Toulmin]], nel loro libro ''La Vienna di [[Ludwig Wittgenstein|Wittgenstein]]'') che il suo merito era stato forse quello di avere dimostrato la differenza che c'è tra un'urna e un orinale, atto essenzialmente culturale, fuori del quale la gente sottomessa alla confusione tra l'una e l'altro, si divide in quelli che utilizzano l'urna come un orinale e l'orinale come un'urna. (da ''La sfera dei fatti e quella dei valori'', p. 208)
 
==''Dio è nato in esilio''==
*Si vive seguendo una strada in salita, si arriva a un punto culminante e si comincia a discendere, traversando a ritroso tutti i misteri che si erano traversati nel salire. La morte, così, non è che un ritorno; o come dice [[Pitagora]], il cammino verso un'altra nascita. (da ''Anno primo'', p. 26)
*[...] La parola di [[pace]]! La cercheremo ancora per molto tempo. Non la si inventa. Gli uomini la troveranno, un giorno, come uno strano fiore sul ciglio della strada. [...] Non è facile coglierne il senso, soprattutto quando le armi che portiamo fanno riecheggiare il loro acuto appello in fondo al nostro cuore. Spiegare il vero senso di questa parola non è il compito del poeta? (da ''Anno secondo'', p. 53)
*La terra e il mare e forse anche il cielo, nascondono molti [[segreto|segreti]]. Del resto anche l'uomo. Come quelle acque senza fondo, dove le nostre reti non arrivano, noi serbiamo in noi stessi segreti splendidi e terribili. (da ''Anno terzo'', p. 64)
*Faccio parte dei vincitori vinti. Augusto mi ha esiliato per farmi soffrire e ho sofferto. Ma adesso so che Roma, quella Roma che al principio della mia sofferenza era la meta di tutti i miei pensieri, non si trova al crocevia di tutte le vie terrene, ma in altra parte, a capo di un'altra via. E so che Dio è nato, anche Lui, in esilio. (da ''Anno sesto'', p. 162)
 
==''Quaderno italiano''==
*[...] il ''raccontare'' è antico come il ''poetare''. L'origine del romanzo non sta nella poesia, ma nell'incontro fra il linguaggio e il destino dell'uomo. (da ''Avvaloramento filosofico del romanzo'', p. 34)
*[...] il mondo di [[Marcel Proust|Proust]] è, di per se stesso, una memoria. Una memoria che rifiuta la dispersione disordinata del vissuto, ricostruendo un universo corretto, in franca rivolta dinanzi all'universo difettoso e reale e segnando quanto è carattere perenne di ogni creazione artistica; la ribellione di fronte a ''questa'' realtà è la sua sostituzione con altra realtà basata sulla logica della vita interiore. (da ''Avvaloramento filosofico del romanzo'', p. 40)
*Qualcuno ha detto che i politici non hanno lacrime. È questa una delle verità più terribili ch'io abbia mai udito, perché la mancanza delle lacrime pone chi ne è affetto oltre l'umanità. Neanche una tigre piange. (da ''Uno scrittore nel suo tempo'', pp. 66-67)
*Un romanzo non è uno specchio posto sopra una strada, ma sopra gli uomini che si trovano in quella strada (da ''Uno scrittore nel suo tempo'', p. 68)
*Chi non conosce [[Vienna]] che di passaggio la può prendere facilmente per una città morta, chi l'ama invece, non si lascia ingannare dal suo stile. Perché una città dello spirito, anche quando non esiste più, non smette mai di vivere. (da ''Poeti di Vienna'', p. 92)
*Lo spazio può essere, col nostro aiuto, un tempo concentrato e brulicante (Che cosa è la pagina di un libro se non un tempo concentrato, un immenso spazio ridotto a una visione?) (da '' Lezione di solitudine''<ref>Scritto in italiano da Vintila Horia.</ref>, p. 101)
*Il più bel posto del mondo non è forse, che la realizzazione di un'attesa. (da ''Il più bel posto del mondo''<ref>Scritto in italiano da Vintila Horia.</ref>, p. 120)
 
==''Diario di un contadino del Danubio''==
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* Noi abitiamo un tempo di profondità, zenit e nadir, il tempo dell'anima messa di nuovo in croce nel senso che meglio le si addice ed è questa la ''felicità'', voglio dire la gioia di conoscere la verità, una sofferenza sottile che rasenta la coscienza dell'eternità. (da ''Nota di diario di Lunedì 1 novembre 1965'', p. 288)
 
==''Dio è nato in esilio''==
*Si vive seguendo una strada in salita, si arriva a un punto culminante e si comincia a discendere, traversando a ritroso tutti i misteri che si erano traversati nel salire. La morte, così, non è che un ritorno; o come dice [[Pitagora]], il cammino verso un'altra nascita. (da ''Anno primo'', p. 26)
*[...] La parola di [[pace]]! La cercheremo ancora per molto tempo. Non la si inventa. Gli uomini la troveranno, un giorno, come uno strano fiore sul ciglio della strada. [...] Non è facile coglierne il senso, soprattutto quando le armi che portiamo fanno riecheggiare il loro acuto appello in fondo al nostro cuore. Spiegare il vero senso di questa parola non è il compito del poeta? (da ''Anno secondo'', p. 53)
*La terra e il mare e forse anche il cielo, nascondono molti [[segreto|segreti]]. Del resto anche l'uomo. Come quelle acque senza fondo, dove le nostre reti non arrivano, noi serbiamo in noi stessi segreti splendidi e terribili. (da ''Anno terzo'', p. 64)
*Faccio parte dei vincitori vinti. Augusto mi ha esiliato per farmi soffrire e ho sofferto. Ma adesso so che Roma, quella Roma che al principio della mia sofferenza era la meta di tutti i miei pensieri, non si trova al crocevia di tutte le vie terrene, ma in altra parte, a capo di un'altra via. E so che Dio è nato, anche Lui, in esilio. (da ''Anno sesto'', p. 162)
 
==''Quaderno italiano''==
*[...] il ''raccontare'' è antico come il ''poetare''. L'origine del romanzo non sta nella poesia, ma nell'incontro fra il linguaggio e il destino dell'uomo. (da ''Avvaloramento filosofico del romanzo'', p. 34)
*[...] il mondo di [[Marcel Proust|Proust]] è, di per se stesso, una memoria. Una memoria che rifiuta la dispersione disordinata del vissuto, ricostruendo un universo corretto, in franca rivolta dinanzi all'universo difettoso e reale e segnando quanto è carattere perenne di ogni creazione artistica; la ribellione di fronte a ''questa'' realtà è la sua sostituzione con altra realtà basata sulla logica della vita interiore. (da ''Avvaloramento filosofico del romanzo'', p. 40)
*Qualcuno ha detto che i politici non hanno lacrime. È questa una delle verità più terribili ch'io abbia mai udito, perché la mancanza delle lacrime pone chi ne è affetto oltre l'umanità. Neanche una tigre piange. (da ''Uno scrittore nel suo tempo'', pp. 66-67)
*Un romanzo non è uno specchio posto sopra una strada, ma sopra gli uomini che si trovano in quella strada (da ''Uno scrittore nel suo tempo'', p. 68)
*Chi non conosce [[Vienna]] che di passaggio la può prendere facilmente per una città morta, chi l'ama invece, non si lascia ingannare dal suo stile. Perché una città dello spirito, anche quando non esiste più, non smette mai di vivere. (da ''Poeti di Vienna'', p. 92)
*Lo spazio può essere, col nostro aiuto, un tempo concentrato e brulicante (Che cosa è la pagina di un libro se non un tempo concentrato, un immenso spazio ridotto a una visione?) (da '' Lezione di solitudine''<ref>Scritto in italiano da Vintila Horia.</ref>, p. 101)
*Il più bel posto del mondo non è forse, che la realizzazione di un'attesa. (da ''Il più bel posto del mondo''<ref>Scritto in italiano da Vintila Horia.</ref>, p. 120)
 
==''Viaggio ai centri della Terra''==
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==Bibliografia==
*Vintilă Horia, ''Considerazioni su un mondo peggiore'', traduzione dall'originale spagnolo «''Consideraciones sobre un mundo peor''» di Claudio Quarantotto, Ciarrapico Editore, 1982. ISBN 8875181608
*Vintilă Horia, '' Diario di un contadino del Danubio'', traduzione dal francese di Orsola Nemi, Edizioni del Borghese, 1967.
*Vintilǎ Horia, ''Dio è nato in esilio. Diario di Ovidio a Tomi'', traduzione di Orsola Nemi, Betelgeuse, 2008. ISBN 9788863490114
*Vintilă Horia, ''Quaderno italiano'', a cura di Vittorio Vettori, Casa Editrice Giardini, Pisa, 1962.
*Vintilă Horia, '' Diario di un contadino del Danubio'', traduzione dal francese di Orsola Nemi, Edizioni del Borghese, 1967.
*Vintilă Horia, ''Viaggio ai centri della Terra. Inchiesta sullo stato attuale del pensiero, delle arti e delle scienze'', a cura di Gianfranco de Turris, traduzione di Luciano Arcella, Edizioni Mediterranee, 1975.