Paul Tillich: differenze tra le versioni

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*''Contro'' [[Pascal]], io dico: il [[Dio]] di Abramo, d'Isacco e di Giacobbe e il Dio dei filosofi è lo stesso Dio.<ref>Citato in Gibellini, p. 91.</ref>
*"[[Dio]]" è la risposta alla domanda implicita nella finitezza dell'[[uomo]]; egli è il nome di ciò che interessa ultimamente l'uomo. (da<ref>Da ''Teologia sistematica''<ref>Citato; citato in Gibellini, p. 99.</ref>)
*[[Dio]] lo dobbiamo chiamare la potenza infinita dell'essere che resiste alla minaccia del non-essere. In teologia classica è l'essere-stesso. Se l'[[angoscia]] viene definita la coscienza di essere finiti, Dio lo dobbiamo chiamare il fondamento infinito del [[coraggio]]. In teologia classica è la provvidenza universale. (da<ref>Da ''Teologia sistematica''<ref>Citato; citato in Gibellini, p. 97.</ref>)
*La dimensione religiosa dell'imperativo morale è il suo carattere incondizionato.<ref name="Linzey" />
*La [[religione]] è il fatto di essere presi da un interesse ultimo.<ref>Citato in Gibellini, p. 90.</ref>
*La [[religione]] è la sostanza della [[cultura]], la cultura è la forma della religione. (da<ref>Da ''Teologia della cultura''<ref>Citato; citato in Gibellini, p. 92.</ref>)
*La [[religione]] è la sostanza, il fondamento e la profondità della vita spirituale dell'uomo. [...] Essere religiosi significa interrogarsi appassionatamente sul [[senso della vita|senso della nostra vita]] ed essere aperti alle risposte, anche se esse ci scuotono in profondità. (da<ref>Da ''Teologia della cultura''<ref>Citato; citato in Gibellini, p. 89.</ref>)
*La [[religione]] non è una funzione accanto alle altre, ma è l'orientamento, che sostiene tutte le funzioni dello spirito verso l'incondizionato.<ref>Citato in Gibellini, p. 89.</ref>
*Le tendenze conservatrici delle chiese ufficiali non sono mai riuscite a sopprimere la tendenza del [[cristianesimo]] al sovvertimento della storia. Tutti i movimenti rivoluzionari dell'Occidente ne dipendono, che lo sappiano o no. (citato<ref>Citato in [[Vittorio Messori]], ''Ipotesi su Gesù'', SEI, Torino, 1976, cap. IX).</ref>
*Neppure il [[comunismo]] potrebbe vivere se fosse totalmente sprovvisto degli elementi della Comunità Spirituale.<ref>Citato in Gibellini, p. 104.</ref>
*Soltanto se la [[tradizione]] viene trasformata frequentemente può essere salvata come realtà vivente. Una conseguenza fatale del tradizionalismo è l'elusione di questioni assai serie. Sembra che le conferenze ministeriali tendano ad evitare i problemi teologici basilari. In un tempo in cui vengono attaccati tutti gli elementi fondamentali del cristianesimo, tale atteggiamento acuisce fortemente l'irrilevanza. [...] La parola "[[controversia|controverso]]" è divenuta oggi, nell'insieme, una parola negativa. Dovrebbe essere invece una parola quanto mai positiva. Nelle controversie, infatti, nel "sì e no", è possibile conoscere la verità e in nessun altro modo. Se si escludono – vuoi da parte della chiesa, vuoi da parte della società – le affermazioni controverse, tale chiesa e tale società sono condannate ad una lenta decadenza. (da<ref>Da ''L'irrilevanza e la rilevanza del messaggio cristiano per l'umanità oggi'') .</ref>
*Un atto [[morale]] non è un atto di obbedienza ad una legge esterna, umana o divina, [invece è] l'innata legge del nostro vero essere e della nostra natura essenziale e creata, che ci chiede di realizzare ciò che proviene da essa.<ref name="Linzey">Da ''Morality and Beyond''; citato in [[Andrew Linzey]], ''Teologia animale'', traduzione di Alessandro Arrigoni, Cosmopolis, Torino, 1998, p. 6. ISBN 978-88-87947-01-4</ref>
 
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==Bibliografia==
*[[Rosino Gibellini]], ''La teologia del XX secolo'', Queriniana, Brescia, 1999. ISBN 88-399-0369-0
 
==Altri progetti==