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==''Il roseto''==
===[[Incipit]]===
Omaggio a Dio possente e glorioso! L'obbedirgli è cagione di avvicinamento a Lui; nell'animo grato inverso a Lui è {{sic|augumento}} di favore. Ogni alito che discende in noi è prolungamento di vita, e quando ne ascende, è cagione di gaudio all'esistenza. Poiché in ogni alito due favori si trovano, per ogni favore un rendimento di grazie è necessario.
===Citazioni===
*Io dissi allora: "La [[rosa (fiore)|rosa]] d'un giardino, come tu sai, non ha vita lunga, e la promessa di un roseto fede non trova. Ora, i savi hanno detto: Ad ogni cosa che lungamente non dura, non si deve avvincere il cuore." Disse l'amico: "Che modo adunque s'ha da tenere?" "Per divertimento di chi ci sta osservando," io risposi, "e per sollievo di chi sta qui con noi, io potrei comporre il libro del Roseto, sulle foglie del quale il vento autunnale non avrà alcun potere, mentre il volgere del tempo non muterà la gaiezza della sua primavera nella tristezza dell'autunno."<br/>''Che ti giova pien di rose | un cestino? || Togli un petalo da questo | mio giardino! || Dura cinque giorni e sei | quella rosa, || ma gli è sempre il mio verziere vaga cosa!'' (da ''Perché fu composto il libro del Roseto'', vol I, pp. 29-30)
*''L'uom ch'è facondo, allievo d'un provetto | dottor, medita prima, indi favella. || Nulla dir d'impensato, e non crucciarti di tardiva parola, ove sia bella. || Meditato che avrai, [[parlare|parla]], ma cessa, | cessa prima che alcun: Basta! ti dica. || Supera i bruti l'uom per la parola, | ma ti supera il bruto ove non giusta ti suoni sulle labbra essa parola.'' (da ''Scusa per la pochezza dell'omaggio reso al principe e motivo dell'aver scelto la vita solitaria'', vol I, p. 33)
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*"Ora i savi sogliono dire: – [[verità e bugia|Menzogna]] che procaccia il bene, migliore di [[verità e bugia|verità]] che suscita malanni!" <br/>''Meglio è del ver che ti agita e conturba, | la menzogna che il cor ti rende lene. || Tale, al cui dir conformasi un sovrano, | guai se altro attesterà fuor che del bene!'' (da ''Fatti di regnanti'', vol. I, cap. I, p. 38)
*Nella volta del palagio di Fredun<ref>Antico monarca dell'epopea persiana. Vedi il ''Libro dei Re'' di [[Ferdowsi|Firdusi.]] (Nota di Italo Pizzi a p. 38)''</ref> era già scritto questo motto leggiadro: <br/>''Eterna appo nessuno, o fratel mio, | non rimane la [[vita]]! Oh! non fidarti, | non ti fidar del posseder di cose | che sono di quaggiù, ché molti il Fato | uguali a te allevò, molti altri uccise. || Quando a partir di qui l'anima buona | di noi s'appresta, che val mai sul trono o sul nudo terren gustar la [[morte]]?'' (da ''Fatti di regnanti'', vol. I, cap. I, p. 38)
*[...] spegnere il [[fuoco]] e lasciar la brace, uccidere la vipera e custodirne i figli, non è impresa da saggi.<br/>''Se acqua di vita piovesser le nuvole, | mai non côrresti alcun frutto dal salice. || Con gente vile il tempo tuo non perdere, | ché da canne da stuoie | mai non potresti aver sapor di zucchero.'' ( da ''La natura non si cancella'', vol I, p. 43)
*''Ottima [[spada]] con un tristo ferro | come foggiar si può? Deh! sapïente, | se tale allevi che non ha valore, | mai non sarà che facciasi valente! || La pioggia che non ha di sua natura | nella eccellenza qualità diverse, | crescere in un giardin fe' i tulipani, | ma ortiche, in un suol salmastro, al cielo aderse.'' (Da ''La natura non si cancella'', vol. I, p. 45)
*''Regnar non può l'uom vïolento e reo, | ch'esser pastor non può lupo rapace. || Tal [[sovrano|re]] che ingiusto prendasi costume, | scrolla del regno suo le fondamenta.'' (da ''Malvagità di re punita'', vol I, p. 48)''
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*''Mostrar contrario avviso a opinïone | di regnante signor gli è a sé medesmo | apprestar rea fortuna. || Se in giorno chiaro dice il re: Gli è notte!, | dir si debbe così: Tra l'altre stelle | ecco brillar la luna!'' (da ''Deferenza al parere di un sovrano'', vol I, p. 83)
*''Appo i [[saggio|saggi]] uom non è chi con furente | belva cerca la pugna! | uomo invece è colui più giustamente | che se furore il prende subitano, | motto non dice che sia stolto e vano. || Volse ad un tale un uom protervo e reo | ingiurïoso un motto, | e quei pazïentò così dicendo: | "Possa tu aver buon giuoco! Io son peggiore | di quanto pensi ch'io mi sia. Conosco | ogni difetto mio | meglio che tu non sai chi mi son io."'' (da ''Non trasmodare nella vendetta'', vol. I, p. 85)
*{{NDR|Fu chiesto a [[Alessandro Magno|Iskender]] di Grecia<ref>Alessandro il Macedone, {{cfr}} ''Il roseto'', p. 92.</ref> come avesse conseguito vittorie mai ottenute da re più ricchi, potenti, longevi e al comando di armate più grandi.}} "Con l'aiuto di [[Dio]] altissimo, perché in ogni reame che conquistai non offesi mai i sudditi, e non pronunciai se non in bene il nome dei monarchi che mi hanno preceduto." (da ''Non far male ad alcuno, non dir male d'alcuno'', vol I, nota p.92)
*''Nulla l'uom che [[presunzione|presume]] intorno vede | fuor che sé stesso, ch'egli di superbia | un vel dinanzi tiene; || che se l'occhio di [[Dio]] mai gli donasse | la vista sua, nessuno ei scorgerebbe | di sé più vile e indegno.'' (da ''Sciocca presunzione di devoto'', vol. I, p. 100)
*"[...] la visione che gli uomini pii hanno di Dio, sta tra il rivelarsi e il dileguarsi. Iddio ora si mostra, ora s'invola."<br/>''Tu mostri il viso e poi lungi ten vai. | Il tuo traffico avvivi, indi la nostra | intima brama più pungente fai.'' (da ''Né Iddio assiste sempre l'uomo, né l'uomo è sempre presente a se stesso'', vol. I, p. 102)
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*"Da chi hai tu imparato l'[[educazione]]?" fu domandato un giorno a {{sic|Lokman}}<ref name=saggio />. Ed egli rispose: "Dagli ineducati. Io mi son sempre astenuto dal fare ciò che da parte loro dispiaceva agli occhi miei." (da ''Da chi può aversi l'educazione'', vol. I, p. 113)
*''Del pentir con la scusa è ben possibile | scampo trovar dal castigo di Dio; | ma della lingua della gente scampo | trovar non potrai tu dal cicalío.'' (da ''Come evitare la maldicenza altrui'', vol. I, p. 114)
*''Nell'orecchio dell'anima ricevi | la parola del savio anche se l'opra | dal suo dir n'è disforme. || È vano il dir dell''uom presuntüoso: |'' "L'addormentato come mai potría | altri destar che dorme?''" || Fosse scritto sui muri,<ref>Cioè: se anche provenisse da origine vilissima. Nota di Italo Pizzi a p. 131 de ''Il roseto''</ref> un buon consiglio | sempre è d'uopo cacciarsi entro gli orecchi | da chi al giusto è conforme.'' (da ''Badare all'insegnamento, non alla persona'', vol. I, p. 131)
*''Beneficando spendi il tuo! Superfluo | ramo che il vignaiolo ha risecato, | d'uva copia maggior gli apporterà.'' (da ''Merito e valore della generosità'', vol. I, p. 140)
*''Quanto è dolce all'orecchio degli amici, | ebbri della bevanda mattutina, | voce ascoltar soave e mesta e calma! | Più val [[canto]] leggiadro che di bella | fanciulla il viso, ché piacer del senso | è questo, e quello è il conforto dell'alma.'' (da ''Il lottatore e la smania del viaggiare'', vol. II, p. 29)
*Non stimarti mai sicuro da chiunque abbi tu offeso, anche d'un solo affronto, nel cuore, nemmeno se gli farai cento favori, dopo quell'unica offesa. Una freccia può uscire da una ferita, ma l'[[offesa]] rimane sempre confitta nel cuore. (da ''Il lottatore e la smania del viaggiare'', vol. II, p. 32)