Jules Renard: differenze tra le versioni

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*[[Femminismo]]. Sì: credo che sia giusto, prima di far fare un figlio a una donna, domandarle se lo vuole. (2 marzo 1905; Vergani, p. 229)
*Libero pensatore. Pensatore sarebbe sufficiente.<ref name=moralisti /> (26 giugno 1905)
*VivoE chiusoil nella[[vento]]? miaTutte pigriziale comefolate dentrodi unavento prigionevengono a lamentarsi alla sua porta. (94 ottobre 1905; Vergani, p. 232)
*Vivo chiuso nella mia [[pigrizia]] come dentro una prigione. (9 ottobre 1905; Vergani, p. 232)
*Non scrivo troppo perché non mi arrischio mai troppo. (8 dicembre 1905; Vergani, p. 232)
*Ci si fida tanto della [[posterità]]. Ma perché gli uomini di domani dovrebbero essere meno stupidi di quelli di oggi? (24 gennaio 1906; Vergani, p. 233)
*La parola più vera, la parola più esatta, quella più densa di significato è la parola «[[nulla]]». (26 gennaio 1906; Vergani, p. 233)
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*La vecchi attrice con la faccia di pesce cerca sempre di parlarvi in controluce. (13 febbraio 1906; Vergani, p. 234)
*La saggezza del [[contadino]] è solamente ignoranza che non osa esprimersi. (14 febbraio 1906; Vergani, p. 234)
*Sono un albero secco che aspetta solamente le foglie degli altri. (5 marzo 1906; Vergani, p. 236)
*Gli [[abbaino|abbaini]] sembrano gli occhi quadrati dei tetti. (5 marzo 1906; Vergani, p. 236)
*Non so se è possibile correggersi dei propri difetti, ma so che si può esser presi dal disgusto dalle proprie [[qualità]] soprattutto quando le si ritrova negli altri. (10 marzo 1906; Vergani, p. 236)
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*Certi [[amicizia|amici]] diffidano di noi come se credessero che noi si conosca il fondo della loro anima. (13 marzo 1906; Vergani, p. 236)
*Ho una fronte da idrocefalo, e le mie idee spariscono ogni momento sott'acqua. Poi tornano a galla come gli annegati. (21 marzo 1906; Vergani, p. 236)
*Qualche volta non ho [[sangue]] nelle vene che per farmi del cattivo sangue. (24 marzo 1906; Vergani, p. 237)
*Non mi piego, ma mi rompo. (19 giugno 1906; Vergani, p. 238)
*La verità che ho tirata su dal mio pozzo non riesce a liberarsi dalla sua catena. (19 giugno 1906; Vergani, p. 239)
*Non si parla più di me se non a proposito degli altri. (27 giugno 1906; Vergani, p. 239)
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*Ogni momento mi spengo e mi riaccendo. La mia anima è piena di fiammiferi spenti. (18 settembre 1906; Vergani, p. 242)
*Il [[sole]] si alza prima di me, ma io mi corico dopo di lui. Siamo pari e patta. (24 settembre 1906; Vergani, p. 242)
*Sono di temperamento invidioso, ma non ho avuto mai la pazienza necessaria per essere ambizioso. (9 ottobre 1906; Vergani, p. 242)
*I miei libri sono così lontani da me che per loro io sono già una specie di posterità. Questo è il mio giudizio preciso: non li rileggerò mai. (29 novembre 1906; Vergani, p. 245)
*Il [[pipistrello]] vola col suo parapioggia. (1 dicembre 1906; Vergani, p. 245)
*Non si deve amare [[William Shakespeare|Shakespeare]] che molto tardi, quando si ha il disgusto della perfezione. (4 dicembre 1906; Vergani, p. 246)
*Un direttore di rivista vi farà perdere un'ora buona, per spiegarvi i motivi per i quali non ha tempo di leggere il vostro manoscritto. Ma almeno quell'ora per leggerlo, l'aveva. (10 dicembre 1906; Vergani, p. 247)
*[[Elogio]] funebre. la metà di questi elogi gli sarebbero bastati quando era vivo. (16 dicembre 1906; Vergani, p. 248)
*Un [[socialismo|socialista]] indipendente fino a non temere di fare del lusso. (19 dicembre 1906; Vergani, p. 248)
*L'[[anno]] ha un'agonia troppo lunga. Si è tristi il [[20 dicembre]] e il 31 non ci si accorge che l'anno muore. (20 dicembre 1906; Vergani, p. 248)
*Il [[pinguino]] con le punte delle ali nel taschino del gilè. (22 dicembre 1906; Vergani, p. 248)
*Per avere i [[sogno|sogni]] leggeri addormèntati con gli occhi pieni di luna. (27 dicembre 1906; Vergani, p. 248)
*Un uomo di [[carattere]] non ha un buon carattere. (2 gennaio 1907; Vergani, p. 249)
*L'[[esperienza]] è un regalo utile che non serve a nulla. (8 gennaio 1907; Vergani, p. 249)