Jules Renard: differenze tra le versioni

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*Signore, ho visto sul banco del macellaio parecchi cervelli simili al vostro. (16 ottobre 1891; Vergani, p. 48)
*Ho calcolato che la [[letteratura]] può bastare a nutrire un passerotto. (25 novembre 1891; Vergani, p. 50)
*Occorre che l'uomo libero si prenda ogni tanto la libertà di essere [[schiavo]]. (27 gennaio 1892; Vergani, p. 53)
*Cosa ci salverà? La [[fede]]? Io non voglio avere la fede e non ci tengo ad essere salvato. (30 gennaio 1892; Vergani, p. 54)
*Noi siamo tutti dei poveri imbecilli (parlo per me, beninteso) incapaci di essere buoni o cattivi per due ore intere di seguito. (30 gennaio; Vergani, p. 54)
*Analizzare un [[libro]]! Cosa si direbbe di un invitato che, mangiando una pesca matura, ne tirasse i pezzi fuori di bocca per riguardarli bene? (15 marzo 1892; Vergani, p. 56)
*Vorrei dare da mangiare alle [[parola|parole]] nel palmo della mano. (26 marzo 1892; Vergani, p. 56)
*La formula nuova del [[romanzo]] è di non fare del romanzo. (6 aprile 1892; Vergani, p. 56)
*[[Oscar Wilde]] fa colazione vicino a me. Egli ha l'originalità di essere inglese, Vi dà una sigaretta, ma la sceglie lui stesso. Non fa il giro della tavola, ma sposta tutta una tavola. Ha il viso impastato di piccoli segni rossi. È enorme e porta un enorme bastone di giunco. (7 aprile 1892; Vergani, p. 56)
*Ci sono [[scrittore|scrittori]] che non si riconoscono, come se non avessero il naso in mezzo alla faccia. (23 aprile 1892; Vergani, p. 57)
*L'[[ironia]] è il pudore dell'umanità. (30 aprile 1892; Vergani, p. 57)
*La paura della [[noia]] è la sola scusa del [[lavoro]]. (10 settembre 1892; Vergani, p. 60)