I fratelli Karamazov: differenze tra le versioni
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Aleksèj Fëdorovič Karamazov era il terzo figlio di un possidente del nostro distretto, Fëdor Pàvlovič Karamazov, molto noto ai suoi tempi (da noi del resto, se lo ricordano ancora oggi) per la sua fine tragica e oscura, avvenuta giusto tredici anni fa e della quale parlerò al momento opportuno. Per ora, invece, di questo «possidente», come lo chiamavano da noi (benché in tutta la sua vita non fosse vissuto quasi mai nella sua proprietà), dirò soltanto che era un tipo strano, come se ne incontrano abbastanza spesso, e precisamente il tipo dell'uomo non solo abietto e dissoluto, ma anche insensato; di quegli insensati, però, che si sanno arrangiare benissimo nei loro affarucci, e a quanto pare soltanto in questi. Fëdor Pàvlovič, per esempio, aveva cominciato quasi dal nulla: era un proprietario modestissimo, correva da una casa all'altra per mangiare alla tavola altrui, spiava ogni occasione per fare il parassita<ref>''Parassita'' (in russo, m. ''prižvalka'', f. ''prižvàlkina''), figura tipica della vita russa all'epoca della servitù della gleba, e conservatasi anche dopo l'emancipazione. Si trattava di persone che vivevano per anni e talvolta per tutta la vita nelle case dei ricchi proprietari, senza una ragione giustificata o almeno evidente.</ref>, ma intanto, al momento della sua morte, si trovò che aveva circa centomila rubli in denaro sonante. Eppure era stato sempre una delle teste più pazze di tutto il distretto. Lo ripeto: qui non si tratta di stupidità (la maggioranza di questi pazzi è abbastanza intelligente e furba), ma proprio di insensatezza, anzi, di una certa insensatezza speciale, nazionale.<br>
{{NDR|Fëdor M. Dostoevskij, ''I fratelli Karamazov'', traduzione di Pina Maiani e Laura Satta Boschian, BUR, 1998}}
==Citazioni==
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