Jules Renard: differenze tra le versioni

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*So che la [[letteratura]] non dà da mangiare all'uomo che vi si dedica. Per fortuna io non ho mai molto appetito. (11 febbraio 1902; Vergani, p. 192)
*Il [[canguro]], pulce gigante. (30 aprile 1902; Vergani, p. 195)
*Prima [[comunione (religione)|comunione]]: i bambini sembrano tutti feriti al braccio sinistro. (7 maggio 1902; Vergani, p. 195)
*[[Cervello]]. L'uomo cammina con le sue radici in testa. (23 maggio 1902; Vergani, p. 196)
*La [[morte]] potrebbe essere il sogno se, tratto tratto, si potesse aprire un occhio. (24 maggio 1902; Vergani, p. 196)
*L'angolo della [[scollatura]] dell'abito di una giovane donna pallida, che si apre come per respirare un po' d'aria, ci turba più di tante oscenità. (14 giugno 1902; Vergani, p. 197)
*Il [[laico]] è l'uomo che cerca infaticabilmente Dio e non lo trova mai. (16 giugno 1902; Vergani, p. 198)
*La fedeltà, durante la vita, è niente: ma che umiliazione morire e comparire innanzi a Dio senza avere mai ingannato la propria moglie! (16 giugno 1902; Vergani, p. 198)
*Osserva quanta importanza si dà al piccolo [[medico]], e com'è autorevole il suo tono quando nel suo intimo è ben sicuro che sta curando una malattia insignificante. (23 giugno 1902; Vergani, p. 198)
*Con la mia lanterna, ho trovato un uomo: me stesso. Lo guardo. (23 giugno 1902; Vergani, p. 198)
*Un anno è finito. Si è tagliata via una fetta al [[tempo]], e il tempo resta intero. (31 dicembre 1902; p. 199)
*Libero pensatore. Pensatore sarebbe sufficiente.<ref name=moralisti /> (26 giugno 1905)
*Un [[gatto]] che dorme venti ore al giorno su ventiquattro, è forse la cosa che è meglio riuscita a Dio.<ref>Citato in Alessandro Paronuzzi, ''Prefazione'', in Aa. Vv., ''101 gatti d'autore'', F. Muzzio, Padova, 1997, p. XVII. ISBN 88-7021-844-9</ref> (26 gennaio 1906)