Morte di un matematico napoletano: differenze tra le versioni
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*Non sembri strano che la commemorazione di un eminente matematico si inizii col discorso di un umanista che di matematica sa ben poco. Ma ciò è armonico con lo spirito della nostra Scuola, dove studiosi di discipline apparentemente distanti ed autonome ritrovano in un'amichevole collaborazione la certezza della fondamentale unità del sapere. Non è diverso lo spirito che costantemente animato la cultura della patria napoletana, in cui Renato Caccioppoli si è formato e a cui è tornato dopo la parentesi padovana.<ref>Citazione recitata nella scena del funerale di Caccioppoli, essa è da uno scritto di [[Giovanni Pugliese Carratelli]], ''Renato Caccioppoli'', Istituto italiano per studi Filosofici, Città del sole, Napoli 1987/1999. ISBN 88-8292-019-4</ref> ('''Voce narrante''')
*Quelli che si limitano saggiamente a ciò che pare loro possibile non avanzeranno mai di un passo. ('''Renato Cacioppoli''')
*E' triste assistere agli sforzi che fai per essere come tutti. ('''Renato Cacioppoli''')
*Il mondo delle verità fisiche, come quelle matematiche è chiuso come una sfera. Ogni nuova visione, se è profonda, è una fuga da questa specie di prigione. Si possono vedere delle resistenze a fuggire. Oppure non se ne può proprio vedere la ragione. ('''Renato Cacioppoli''' {{NDR|rivolgendosi durante un lezione ad uno studente}})
*È meglio non amare troppo la matematica, è lei piuttosto che deve amarti. ('''Renato Cacioppoli''')
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