Jonathan Safran Foer: differenze tra le versioni

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*''Dimmi una cosa: perché il [[gusto]], il più rozzo dei sensi, è dispensato dalle regole etiche che governano gli altri sensi?'' (p. 103)
*''Se io abuso del logo di una grande azienda, potrei persino finire in galera; se una grande azienda abusa di miliardi di polli la legge non protegge i polli, ma il diritto dell'azienda di fare quello che vuole. È questo che succede quando si negano i [[diritti degli animali]]. È pazzesco che l'idea dei diritti degli animali sembri pazzesca a qualcuno. Viviamo in un mondo che considera normale trattare gli animali come pezzi di legno e considera estremistico trattare gli animali come animali.'' (p. 104)
*''Pensare di avere più diritto a mangiare un animale di quanto ne abbia l'animale a vivere senza soffrire è una depravazione. Non sono ragionamenti astratti. È questa la realtà in cui viviamo. Guarda che cosa sono gli allevamenti intensivi. Guarda che cos'ha fatto la nostra società agli animali non appena ne ha avuto il potere tecnologico. Guarda che cosa facciamo effettivamente in nome del «[[benessere degli animali]]» e del «trattamento umano», e poi decidi se sei ancora disposto a mangiare carne.'' (p. 104)
*Alcuni hanno provato ad affrontare questo divario cacciando o macellando un animale in prima persona, come se queste esperienze potessero in qualche modo legittimare il consumo di carne. È una sciocchezza. Assassinare qualcuno dimostrerebbe certo che sei capace di uccidere, ma non sarebbe il modo più sensato per capire perché dovresti o non dovresti farlo.<br />Uccidere un animale con le proprie mani è più che altro un modo per dimenticare il problema fingendo di ricordarlo. Ma questo fa forse più danni dell'ignoranza. È sempre possibile svegliare uno che [[sonno|dorme]], ma non c'è rumore che possa svegliare chi finge di dormire. (p. 113)
*''Quello che l'industria ha capito – ed è stata questa la vera rivoluzione – è che non ti servono animali sani per fare profitto. Gli animali malati sono molto più redditizi. Gli animali hanno pagato caro il nostro desiderio di avere tutto in qualunque momento a un prezzo irrisorio.'' (p. 122)