Carlo Verdone: differenze tra le versioni

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*Una volta [[Alberto Sordi]] mi disse che l'arte della [[commedia]] era sempre più in crisi. Secondo lui il motivo era che tra la gente era sparito il senso del ridicolo. Nessuno si stupiva più per nulla. Aveva perfettamente ragione.<ref>Dall'intervista di [[Fabio Fazio]] nel corso del programma televisivo ''Che tempo che fa'', Rai 3, maggio 2011.</ref>
 
{{intestazione|IntervistaDall'intervista di Vito Magno, ''Dal mio film un messaggio di speranza'', in Rai Vaticano [http://raivaticano.blog.rai.it/2010/01/25/carlo-verdone-nel-mio-film-un-messaggio-di-speranza/ Dal mio film un messaggio di speranza]'', ''Rai Vaticano.it'', 25 gennaio 2010]}}
*L'[[Africa]], nonostante la sua povertà, ha più dignità del nostro continente.
*Sono amico di tanti [[sacerdoti]] e francamente più parlo con loro e più li vedo normalissimi.
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*Da [[cristiano]] ho anch'io una missione da assolvere nella vita.
 
{{Intestazione|IntervistaDall'intervista di Roberto Rotondo e Antonio Termenini, ''Tutti i Nicky Renda del mondo'', ''30Giorni'', marzo 2000}}
*Sono un curioso; e nonostante il successo mi piace girare per strada.
*Credo che ci sia troppa superficialità, troppa presunzione e una spaventosa mancanza di memoria storica.
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*La Chiesa non ha bisogno di Baglioni per accostarsi ai giovani, o di Jovanotti o di Celentano. Né i giovani riscoprono il cristianesimo per un concerto.
 
{{IntIntestazione|Citato in Massimiliano Studer, ''[//www.formacinema.it/index.php?option&#61;com_content&id&#61;226:carlo-verdone Carlo Verdone sull'importanza del Filmstudio di Roma]|Massimiliano Studer'', ''FormaCinema.it'', Roma, 10 giugno 2012}}
 
{{Int|[//www.formacinema.it/index.php?option&#61;com_content&id&#61;226:carlo-verdone Carlo Verdone sull'importanza del Filmstudio di Roma]|Massimiliano Studer, ''FormaCinema.it'', Roma, 10 giugno 2012}}
*Il Filmstudio ci faceva sembrare Roma alla pari di una Londra, di una New York, di una Berlino, cioè di una città non morta, ma viva. Lo dobbiamo a questi posti con le serrande, se non ci fossero stati questi non saremmo stati aiutati dal punto di vista politico-culturale.
*Alla fine degli [[anni 1960|anni Sessanta]] c'era una grande fame di cultura, voglia di condividere sempre con gli altri. Oggi invece c'è la tendenza a stare da soli, a casa con il computer.
*Certamente tutti coloro che ci davano, che ci offrivano la possibilità di conoscenza, anche di cose a noi lontane, facevano un'opera didattica veramente importante.
 
{{Intestazione|IntervistaDall'intervista di Silvia Fumarola, ''[http://www.repubblica.it/politica/2015/06/23/news/verdone_palazzinari_e_degrado_la_bellezza_e_sparita_-117508934/?refresh_ce Verdone: "Palazzinari e degrado, la bellezza è sparita"]'', ''Repubblica.it'', 23 giugno 2015}}
*Dal '64 questa città smette di avere un'importanza artistica e diventa fonte di guadagno per chi frequenta il potere: i palazzinari sono tra questi. L'edilizia si fondava sulla quantità e non sulla qualità. Palazzine senza stile, una di un colore, una di un altro. Abusi su abusi. La politica va incontro al degrado perché non viene vista più come vocazione ma come opportunità di guadagno.
*È la totale negazione di tutto quello che c'è stato prima. D'altra parte dagli anni '60 in poi Roma è stata consegnata non più a sacerdoti del bello ma ai palazzinari.