Thomas Merton: differenze tra le versioni

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*[[Vincenzo de' Paoli|San Vincenzo de' Paoli]] è molto realistico: ha l'aspetto del contadino guascone, molto coriaceo: viso terribilmente energico, occhi neri focosi e bocca grande e forte. (Parte seconda, 28 marzo, p. 113)
*La cosa più assurda ch'io possa fare è turbarmi perché sono debole, distratto, cieco e commetto continui errori. E cosa altro mi aspetto? Forse che Mi ama di meno perché non riesco a farmi Santo con le mie forze e come vorrei? (Parte seconda, 28 aprile, p. 116)
*Mi colpisce il bisogno di qualcosa di assolutamente concreto e definito, povertà e umiltà: ma qui al [[Agonia di Gesù al Getsemani|Getsemani]], non astrazioni vaghe nell'alto dei cieli. E bisogna farne uno vero scopo per cui lavorare e non semplicemente un'ideale a cui pensare di tanto in tanto e sul quale predicare. (Parte terza, 20 dicembre, p. 162)
*Dentro di me, giungo presto alla barriera, al limite di ciò che sono, oltre il quale non posso andare da solo. È un orizzonte quanto mai limitato, tuttavia ho pensato per anni che fosse l'universo. Ora vedo che non è nulla. Con quale rapidità i miei limiti mi accusano del mio nulla? Mi fermo e rifletto, e la riflessione rende il mio nulla ancora più definitivo. Allora dimentico di riflettere oltre, di sorpresa tento una piccola fuga, almeno fino alla soglia e l'amore si muove nel buio, quanto basta per dirmi che esiste una cosa che si chiama libertà. (Parte terza, 1 febbraio, p. 173)
*Tuttavia c'è un'oscura sorgente luminosa che brucia nel silenzio di una fede senza immagini, tanto più luminosa quanto più gioisco della sua oscurità. (Parte terza, 4 giugno, p. 223)