Klaus Mann: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Inserisco citazioni. Inserisco testo tedesco per giustificare il template sic: (E sempre lo stesso/ Es ist immer dasselbe).
Riga 17:
*Chi vive abbastanza a lungo e ha cuore sensibile può sentir tenerezza per più di un [[volto]]. Ma un solo volto è quello che si ama. {{sic|E}} sempre lo stesso, lo si riconosce tra mille. (da ''Disordine e dolore precoce'' (1923-1924), p. 106)
:''Man mag für mancherlei Gesichter Zärtlichkeit empfinden, wenn man lange genug lebt und ein empfindendes Herz hat. Aber es gibt nur ein Gesicht, das man liebt. Es ist immer dasselbe, man erkennt es unter Tausenden.''<ref>Da ''Unordnung und frühes Leid (1923-1924)'', in Klaus Mann, ''Der Wendepunkt, Ein Lebensbericht'', mit einem Nachwort von Frido Mann, Rowohlt Taschenbuch Verlag, Reinbek bei Hamburg, 2002, p. 168, ISBN 349915325</ref>
*La putredine o la stanchezza di uno degli elementi di cui consta l'[[Europa]] sempre la si poté correggere o compensare. Allorché Roma vien meno alla sua missione, ecco sorgere Lutero. Se l' ''ancien régime'' è diventato uno scandalo insopportabile, ecco qua a porvi rimedio un Cromwell, un Robespierre! Quando la rivoluzione ha compiuto il suo ciclo, spunta un Bonaparte. La lotta tra papa e imperatore durante il Medioevo, la controversia tra protestantesimo e cattolicesimo nei secoli XVI e XVII, le grandi rivalità tra gli Stati nazionali del XVIII e del XX, questo perpetuo flusso di tensioni e riconciliazioni, questo giuoco dialettico delle forze concorrenti e complementari è la vera fonte della forza dell'Europa e della sua capacità di resistenza. (da ''Alla ricerca della strada buona (1928-1930)'', p. 180)
*Guai alla terra, guai alla cultura europea se una delle sue componenti avesse potuto assurgere a permanente incondizionata egemonia! Il permanente predominio di uno dei suoi elementi avrebbe significato la rovina e il dissolvimento del tutto. L'armonia dell'[[Europa]] riposa sulle dissonanze. La legge immannenteimmanente della struttura, dell'essenza del genio europeo vieta l'uniformità nel continente. Mettere l'Europa a un unico denominatore – sia esso tedesco, russo o americano – vorrebbe dire uccider l'Europa. (da ''Alla ricerca della strada buona (1928–1930)'', p. 180)
*Il suo esempio mi provava che era possibile accogliere in sé una magnifica varietà di impulsi e di tradizioni contraddittorie senza per questo cadere nell'anarchia; che esiste un'armonia in cui le dissonanze si compongono, senza dissolversi, senza cessar d'esistere. Questa sempre minacciata e sempre riconquistata armonia che ammiravo in [[André Gide|Gide]] non corrispondeva forse all'equilibrio precario della mentalità europea che si sviluppa attraverso i secoli affermandosi pur attraverso tutte le crisi e le minacce? Sì il poeta delle ''Nourritoures terrestres'', delle ''Caves du Vatican'' e dei ''Faux monnayeurs'' rappresentava per me il «buon europeo per eccellenza». (da ''Alla ricerca della strada buona (1928-1930)'', pp. 198-199)
*[...] Non capivo più i tedeschi!<br/>Ma non ero forse un tedesco anch'io? Certo lo ero; e non per la lingua soltanto. La cultura tedesca aveva formato la mia visione cosmica, la mia individualità spirituale, o quanto meno l'aveva influenzata in modo decisivo. Una casa paterna come la mia, un'infanzia sotto il segno dei [[Novalis]], [[Hölderlin]],[[Stefan George|George]]; come potevo essere estraneo allo spirito tedesco?<br/>O forse appunto ci si sentiva troppo parente, troppo intimamente legato al grande e nobile spirito germanico per poter aderire ora alla sua falsificazione, al suo avvilimento; forse si era talmente di casa nella sfera di un germanesimo europeo e universale, che ci si doveva sentire dei senzapatria nel paese in cui il pensiero universale era stato ridotto a un sogno di mondiale assoggettamento ( da ''La scritta sul muro'' (1930–1932), pp. 223-224)
*Il delizioso ''Flauto magico'', non lo sfrenato ''Crepuscolo degli dèi'' anticipa lo stile del dramma musicale dell'avvenire: dato che ci sia per noi un avvenire, con drammi, musiche e stile... Per metà umanistico poema didascalico, per metà mascherato barocco, ''raisonnable'' pur nel capriccio, nobile anche nei suoi lazzi, possa il capolavoro di [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]], nella sua iridescente compostezza e sovrana innocenza, col suo splendore, la sua grazia, i suoi presentimenti essere dalle venture generazioni amato, compreso, imitato e forse superato. (da ''La risoluzione (1940-1942)'', pp. 375-376)