Sergio Quinzio: differenze tra le versioni

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*La verità di un uomo non è tale che dinanzi alla sua morte. Così anche la storia. (da ''L'esilio e la gloria'' – ''In forma di parole'', Gianni Scalia, Bologna, 1998)
*Quando l'essere umano è sentito come qualcosa di scomponibile e sostituibile nelle sue parti, è già inesorabilmente ridotto a cosa e ogni cosa ha necessariamente il suo prezzo e il suo mercato. (da [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0955_01_1988_0008_0001_12925628/ ''I magazzini dell'orrore''], ''La Stampa'', 10 gennaio 1988)
*Quel che va sotto il nome di «[[democrazia]]» (ben oltre il significato dottrinario del termine) è il tentativo di sostituire alla sostanza la forma, all'autorità il meccanismo, al rischio il controllo, alla persona la struttura. Un prodotto dell'«era della macchina». (da ''Religione e futuro'', Realtà nuova, Firenze, 1962, p. 96)
*Questo lo diceva il Tao: "L'imperatore non fa mai leggi, perché se emanasse una norma vorrebbe dire che qualcosa non va". Ogni legge in qualche modo è la spia di una condizione imperfetta: l'ideale sarebbe non averne bisogno. (da Sergio Quinzio, [[Gustavo Zagrebelsky]], ''Democrazia e Apocalisse'', a cura di Maurizio assalto, ''La Stampa'', 28 maggio 1995, p. 21)
*[[Salvatore Satta|Satta]] vuole di più, cerca una fede che non può stare nel solco millenario della religione tradizionale. La stessa fede, certo, ma non riducibile senza residui a come è stata fin qui pensata e vissuta. Questo lo avvicina ai grandi autori russi nutriti in profondità dalla fede ortodossa - Gogol', Dostoevskij, Solov'ëv, Rozanov - che invano si è tentato di riportare interamente alla tradizione ecclesiastica. In realtà, essi, e anche Satta, hanno domande troppo terribili per i pastori e per i teologi. (da ''Cercava una fede di là dalla religione tradizionale'', ''Prospettive libri'', giugno-luglio 1981, p. 19)