Simone Weil: differenze tra le versioni

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*C'è un ostacolo assolutamente insormontabile all'incarnazione del cristianesimo, ed è l'uso di due brevi parole: ''anathema sit''. Non il fatto che esistano, ma l'uso che se ne è fatto fino ad ora. È anche questo che mi impedisce di varcare la soglia della [[Chiesa cattolica|Chiesa]]. Mi schiero al fianco di tutte le cose che, a causa di quelle due brevi parole, non possono entrare nella Chiesa, ricettacolo universale. E tanto più rimango al loro fianco in quanto la mia stessa intelligenza fa parte di esse. (p. 40)
*Quando autentici amici di Dio, quale a mio parere fu [[Meister Eckhart|Meister Eckart]], ripetono parole che hanno udito nel più segreto silenzio, durante l'unione d'amore, se queste non concordano con l'insegnamento della Chiesa, ciò significa soltanto che il linguaggio della pubblica piazza non è quello della camera nuziale. (p. 42)
*Ogni volta che penso alla [[Crocifissione di Gesù|crocifissione]] di Cristo pecco d'invidia. (p. 46)
*Gli effetti esteriori della vera sventura sono quasi sempre cattivi e quando li si vuol dissimulare, si mente. Ma è proprio nella sventura che risplende la misericordia di Dio; nel profondo, nel centro della sua inconsolabile amarezza. Se perseverando nell'amore si cade fino al punto in cui l'anima non può più trattenere il grido: «Mio Dio, per­ché mi hai abbandonato?»<ref>Cfr. [[Gesù]]: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato!».</ref>, se si rimane in quel punto senza cessare di amare, si finisce col toccare qualcosa che non è più la sventura, che non è la gioia, ma è l'essenza centrale, essenziale, pura, non sensibile, comune alla gioia e alla sofferenza, cioè l'amore stesso di Dio. (p. 52)
*So per esperienza che la virtù [[Stoicismo|stoica]] e la virtù cristiana sono una sola e medesima virtù. Intendo la virtù stoica autentica, che è prima di tutto amore, non la caricatura che ne hanno fatto alcuni brutali Romani. (p. 59)