Ascanio Celestini: differenze tra le versioni
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*Mi chiamo Ascanio Celestini, figlio di Gaetano Celestini e Comin Piera. Mio padre rimette a posto i mobili, mobili vecchi o antichi è nato al Quadraro e da ragazzino l'hanno portato a lavorare sotto padrone in bottega a San Lorenzo. Mia madre è di Tor Pignattara, da giovane faceva la parrucchiera da uno che aveva tagliato i capelli al re d'Italia e a quel tempo ballava il liscio. Quando s'è sposata con mio padre ha smesso di ballare. Quando sono nato io ha smesso di fare la parrucchiera.<ref>Da [http://www.ascaniocelestini.it/pages/index.php questa pagina] del sito ufficiale.</ref>
*Fa impressione chiamare i vivi con il nome dei morti e fa impressione pronunciare il nome di un morto e sentire un vivo che te risponde. (dallo spettacolo teatrale ''Scemo di guerra'')
*{{NDR|Impersonando un pidocchio mangiatore di pera}} Gli scienziati dicono che la pera a forza di mangiarla finirà. Dico, ma come può finire la pera? La pera è inesauribile, la pera, no? Per esempio: la nostra generazione di pidocchi esiste da moltissimo tempo: noi siamo nati più di tre giorni fa, e tre giorni fa la pera già esisteva, e questo significa che esisterà sempre e esisterà per sempre: la pera è inesauribile e possiamo continuare a mangiarla all'infinito. [...] Il nostro motto dice: «l'[[
*«Guarda, per esempio io, quando mangio la zuppa, con la destra uso il cucchiaio, con la sinistra invece il tozzo di pane, faccio la scarpetta, la zuppetta nella zuppa. Mo'» le ha detto mi' padre, «io volendo politicamente potrei pure usare la destra per fare la zuppetta, ma con la sinistra il cucchiaio non ci riesco a usarlo, mi casca tutta la zuppa, mi sbrodolo tutto, viene uno schifo, viene. Capisci» le ha detto mio padre, «non è vero che la destra e la sinistra sono uguali: sono differenti, anche se poi servono per mangiarsi la stessa zuppetta.» (da ''Parla con me'', Rai 3, 9 marzo 2008)
*Per le [[mosca (zoologia)|mosche]] la vita è una cosa ridicola. È soltanto un'inutile attesa prima del pranzo. (da ''Scemo di guerra'', Einaudi)
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