Johann Gottlieb Fichte: differenze tra le versioni

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Società e natura. +2 da "La missione del dotto"
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*La scelta di un ceto è una libera scelta, nessun uomo può quindi essere costretto a sceglierne uno, o a esserne escluso. Ogni singola azione, ed ogni disposizione generale che che si proponga una tale costrizione, è illegittima. (p. 49)
*Un certo ceto, l'ulteriore sviluppo di uno specifico talento, sono stati scelti ''per poter restituire alla società ciò che essa ha fatto per noi''. È quindi obbligatorio per tutti utilizzare la propria cultura per contribuire in modo concreto al profitto della società. Nessuno ha il diritto di lavorare solo per la propria personale soddisfazione, di chiudersi nei confronti dei suoi simili e rendere la sua cultura inutile per essi. (p. 50)
*Levo il mio capo ben alto sopra le rupi minacciose, e sopra le furiose cascate, e sopra le nubbinubi che ruotano, lacerate dai tuoni fragorosi, in un mare di fuoco: e posso dire: Sono eterno, e sfido la vostra potenza! Piombate voi tutte, o potenze della [[natura]], sopra di me; tu, o Terra, e tu, o Cielo, confondetevi nel caos primordiale; e voi, o Elementi tutti, schiumeggiate ed infuriate e triturate con selvaggia ostilità fin la più piccola particella di quel corpo che io chiamo ''mio'': la mia volontà sola, col suo piano immutabile, si librerà con fredda tenacia sulle macerie dell'universo. Giacché io ho accettata la mia missione, ed essa, o potenze naturali tutte, è più duratura di voi; essa è eterna, ed io sono eterno, come essa è. (III; 1943, p. 141()
*Nell'uomo esiste uno stimolo al sapere, e in particolare a ciò che gli torna utile. (p. 58)
*La vera destinazione del ceto [[intellettuale]]: ''il controllo supremo sul progresso effettivo del genere umano nel suo complesso, e il continuo promuovimento di questo progresso''. (p. 62)