Gianīs Varoufakīs: differenze tra le versioni

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*Non siamo antieuropei. Siamo certamente l'unico potente partito dell'ala sinistra che pro Europa. Che cosa significa essere europei? Accettare supinamente quel che impongono i poteri forti?<ref name="pulite"/>
*Le questioni di famiglia si risolvono in famiglia [...] Non abbiamo mai cercato influenza esterna: la Grecia è un tema europeo e deve essere risolto come ogni crisi di famiglia nella famiglia europea.<ref>Citato in ''[http://www.quotidiano.net/grecia-russia-gasdotto-1.866076 Mosca 'salva' Atene. "Accordo miliardario su gasdotto". Draghi: "Successo Grecia nelle sue mani"]'', ''quotidiano.net'', 18 aprile 2015.</ref>
*Quello che stanno facendo con la Grecia ha un nome: terrorismo. [...] Perché ci hanno costretto a chiudere le banche? Per instillare la paura nella gente. E quando si tratta di diffondere il terrore, questo fenomeno si chiama terrorismo. Ma confido che la paura non vinca. (In occasione del referendum del 5 luglio 2015 in Grecia, avente per oggetto le proposte dell'Unione Europea per il rientro del debito greco)
:''Lo que están haciendo con Grecia tiene un nombre: terrorismo. [...] ¿Por qué nos han forzado a cerrar los bancos? Para insuflar el miedo en la gente. Y cuando se trata de extender el terror, a ese fenómeno se le llama terrorismo. Pero confío en que el miedo no gane.''<ref>Citato in {{es}} Irene Hdez. Velasco, ''[http://www.elmundo.es/economia/2015/07/04/5596f1b3ca47412d048b459e.html Varufakis: 'Lo que hacen con Grecia tiene un nombre: terrorismo]'', ''elmundo.es'', 4 luglio 2015.</ref>
*Non più ministro! Il referendum del 5 luglio resterà nella storia come un momento unico per una piccola nazione che si è ribellata alla stretta del debito. Come tutte le battaglie per i diritti democratici, lo storico rifiuto dell'ultimo Eurogruppo del 25 giugno porta con sé un caro prezzo. È quindi essenziale che il grande capitale ottenuto dal nostro governo con lo splendido risultato del "No" sia investito immediatamente in un "Sì" a una soluzione più consona: a un accordo che comprenda la ristrutturazione del debito, meno austerità, la redistribuzione per i più bisognosi e nuove riforme. Poco dopo l'annuncio dei risultati del referendum, mi hanno fatto intendere che ci fosse una certa preferenza per una mia "assenza" da parte dei partecipanti all'Eurogruppo e di altri partner; un'idea che il primo ministro ha considerato potenzialmente favorevole per raggiungere un nuovo accordo. Per questo motivo lascio oggi l'incarico di ministro delle Finanze. Considero un mio dovere quello di aiutare [[Alexis Tsipras]], nel modo che ritiene più opportuno, per ottenere il massimo dal risultato che ci ha affidato ieri il popolo greco tramite il referendum. Mi farò carico con orgoglio del disprezzo dei creditori. Noi di sinistra sappiamo come agire insieme senza curarci dei privilegi che comportano i nostri incarichi. Per questo motivo sosterrò pienamente il primo ministro Tsipras, il nuovo ministro delle Finanze e il nostro governo. Lo sforzo sovrumano per onorare il coraggioso popolo della Grecia, e il "No" che ha consegnato al mondo, è appena iniziato.<ref>Da un messaggio sul suo blog dopo il risultato del referendum; citato in ''[http://www.ilpost.it/2015/07/06/yanis-varoufakis-dimissioni-grecia/ Le dimissioni di Yanis Varoufakis da ministro delle Finanze in Grecia]'', ''il Post.it'', 6 luglio 2015.</ref>