Jonathan Safran Foer: differenze tra le versioni

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== Citazioni di Jonathan Safran Foer ==
*L'[[allevamento intensivo|allevamento industriale]] di animali è il primo responsabile del [[riscaldamento globale|riscaldamento terrestre]] (significativamente più distruttivo dei trasporti), e una delle due o tre principali cause di tutti i problemi ambientali più seri: inquinamento dell'aria e dell'acqua, deforestazione, perdita di biodiversità... Mangiare animali allevati industrialmente – cioè tutto ciò che compriamo al supermercato o ordiniamo al ristorante – è quasi certamente la peggior cosa che possiamo fare all'[[ambientalismoambiente (biologia)|ambiente]].<ref>Citato in Livia Manera, ''Safran Foer: io difendo gli animali'', ''Corriere della Sera'', 24 dicembre 2009, p. 45.</ref>
*Sarei ingenuo a pensare di convincere la gente a diventare [[vegetarianismo|vegetariani]]. La mia domanda è "ti interessa o no sapere cosa significa mangiare gli animali"? E c'è un'enorme ipocrisia e ignoranza a riguardo. Come rispetto all'ambiente: preferiamo non pensare. A cominciare dal sottoscritto, gli uomini sono per natura fallibili e fragili.<ref>Dall'intervista di Antonio Monda, ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/11/26/perche-sono-vegetariano.html Perché sono vegetariano]'', ''la Repubblica'', 26 novembre 2009.</ref>
 
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==== ''Parole / Significato'' ====
*Chiedersi «che cos'è un [[animale]]?» – o, aggiungerei, leggere a un bambino la storia di un cane o difendere i diritti degli animali – vuol dire andare inevitabilmente a toccare la nostra interpretazione di ciò che significa essere noi e non loro.<ref>Recenti ricerche interdisciplinari nel campo delle scienze umane hanno riscontrato una strabiliante quantità di modi in cui la nostra interazione con gli animali riflette o plasma la nostra [[conoscere se stessi|comprensione di noi stessi]]. (nota dell'autore, p. 296)</ref> Vuol dire chiedersi: «che cos'è un essere umano?» (p. 54)
*In media la [[pesca a strascico]] dei [[gamberetto|gamberetti]] porta a gettare fuoribordo l'ottanta-novanta per cento del pescato, morto o morente, in quanto cattura secondaria. (Molte di queste prede accessorie sono specie in pericolo.) I gamberetti sono solo il due per cento in peso del mercato ittico globale, ma la pesca a strascico dei gamberetti produce il trentatré per cento delle prede accessorie globali. Noi tendiamo a non pensarci perché tendiamo a non saperlo. Cosa succederebbe se ci fosse un'etichetta, sul nostro cibo, che ci informa di quanti animali sono stati uccisi per portare quell'ambito crostaceo nel nostro piatto? Così, nel caso dei gamberetti pescati a strascico in Indonesia, per esempio, l'etichetta potrebbe recitare: {{maiuscoletto|per ogni chilo di questi gamberetti sono stati uccisi e ributtati in mare 24 kg di altri animali marini}}. (pp. 57-58)
*Immagina che ti servano un piatto di [[sushi]]. Ma che contenga anche tutti gli animali che sono stati uccisi per servirti quel sushi. Forse ci vorrebbe un piatto di un metro e mezzo di diametro. (p. 58)
*È un classico dilemma: che [[valore]] do a una situazione socialmente piacevole, e che valore do all'agire socialmente responsabile? (pp. 63-64)
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*Nel mondo dell'allevamento industriale le aspettative si sono capovolte. I [[veterinario|veterinari]] non lavorano più per la salute ottimale, ma per la redditività ottimale. I farmaci non servono per curare le malattie, ma per supplire a sistemi immunitari distrutti. Gli allevatori non mirano a produrre animali sani. (p. 204)
*Ogni giorno si stima che vengano calati in acqua ventisette milioni di ami. E i palangari non uccidono soltanto le specie mirate, ma anche altre centoquarantacinque. Secondo uno studio sono all'incirca quattro milioni e mezzo gli animali marini uccisi come prede accessorie ogni anno, compresi oltre tre milioni di squali, un milione di marlin, sessantamila tartarughe marine, settantacinquemila albatros e ventimila delfini e balene. (p. 207)
*C'è qualcosa di abbastanza sinistro in questo modo di «raccogliere» la fauna ittica che fa «terra bruciata». Le operazioni di [[pesca a strascico]] portano a gettare fuori bordo in media l'80-90 per cento degli animali marini che catturano. Le meno efficienti raggiungono una percentuale superiore al novantotto per cento di prede accessorie catturate e ributtate in mare morte. (p. 207)
*La pesca a strascico e la pesca con il palangaro non solo sono preoccupanti da un punto di vista ecologico, ma sono anche crudeli. Le reti a strascico comprimono tra loro centinaia di specie diverse, che vengono squarciate sui coralli, sbattute sulle rocce – per ore – e poi issate fuori dall'acqua con una decompressione dolorosa (che può causare l'esplosione degli occhi o far uscire gli organi interni dalla bocca). (p. 208)
*Modificare la nostra alimentazione e far svanire certi gusti dalla memoria rappresenta una specie di perdita culturale, qualcosa che viene dimenticato. Ma forse vale la pena di accettare, se non addirittura di coltivare, questo genere di dimenticanza (anche la dimenticanza può essere coltivata). Per ricordare gli animali e l'importanza che ha per me il loro benessere forse devo perdere alcuni gusti e trovare altri appigli per i ricordi che un tempo mi aiutavano a conservare.<br />[[Ricordo|Ricordare]] e [[dimenticare]] sono parte dello stesso processo mentale. Scrivere un dettaglio di un evento è non scriverne un altro (a meno di continuare a scrivere all'infinito). Ricordare una cosa è lasciare scivolarne un'altra nell'oblio (a meno di continuare a rievocare all'infinito). (pp. 210-211)