Oppio: differenze tra le versioni

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questa non è manco pertinente qua, l'avevo inserita io
m sistemo
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*L'oppio, quindi, non genera, obbligatoriamente l'inattività o il torpore, poiché al contrario spingeva il nostro sognatore nei luoghi più brulicanti della vita quotidiana. I teatri ed i mercati non sono necessariamente le ossessioni privilegiate di un oppiomane, specialmente quando si trova in uno stato di perfetto godimento. La folla allora è per lui opprimente, la stessa musica ha caratteristiche di sensualità grossolana. Cerca piuttosto la solitudine e il silenzio, condizioni indispensabili alle estasi e alle profonde fantasticherie.
*Tutti i seguaci dell'oppio sanno infatti, che, prima di raggiungere un certo livello di assuefazione, si può sempre ridurre la dose senza difficoltà, perfino con piacere, ma che, una volta superato quel punto, ogni riduzione provoca intensi dolori. Perché dunque non consentire ad una momentanea prostrazione di pochi giorni? Non c'è prostrazione, non in questo consiste il dolore. La diminuzione dell'oppio aumenta, al contrario, la vitalità, il polso va meglio, la salute anche, ma ne deriva una spaventosa irritazione dello stomaco, con sudori abbondanti e malessere generale che nasce dalla perdita di equilibrio tra energia fisica e salute mentale. È facile infatti capire come il corpo, parte terrena dell'uomo che l'oppio aveva vittoriosamente resa ad una pacifica, perfetta sottomissione, voglia riprendere il sopravvento, mentre l'impero della mente, fino ad allora sola favorita, si trova sminuito in ugual misura. si tratta di ristabilire un equilibrio spezzato che non può reintegrarsi senza entrare in crisi.
 
==Bibliografia==
Karl Marx, ''Per la critica della filosofia del diritto di Hegel. Introduzione'', in: Annali Franco Tedeschi, 1844 [[https://www.marxists.org/italiano/marx-engels/1844/2/criticahegel.htm]]
 
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