Michela Marzano: differenze tra le versioni

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* L'[[autostima]] non risolve tutti i problemi, e non è un'insufficiente autostima a causare l'emarginazione femminile. Al contrario, proprio perché vengono messe al margine e costantemente svalutate, le donne hanno difficoltà a stimarsi.
* Il circolo vizioso nel quale si trovano oggi molte donne è sempre lo stesso: hanno difficoltà a imporsi agli altri, nel campo affettivo come in quello lavorativo, ma sono invece bravissime a colpevolizzarsi e a scoraggiarsi quando incontrano delle difficoltà o quando sono criticate. [...] Se gli uomini smettessero di criticare e cominciassero a incoraggiare le donne, però, perderebbero parte di quel potere che cercano in tutti i modi di mantenere e si darebbero, quindi, da soli – almeno dal loro punto di vista – la «zappa sui piedi». È a noi donne che spetta imparare a fare a meno del riconoscimento degli uomini e aiutarci vicendevolmente per cominciare a riconoscere il valore di quello che facciamo e di quello che siamo.
* Finché non cesseranno di percepirsi come le vedono gli uomini, le [[donnaMaschio e femmina|donne]] non potranno fondare su sé stesse l'autostima. [...] Per ritrovare fiducia in sé stessa, la donna non può semplicemente «deciderlo» o «imporselo». Deve pian piano imparare a non dipendere dallo sguardo dell'[[Maschio e femmina|uomo]]; a non sentirsi bella solo quando un uomo glielo dice; a non sentirsi brava solo quando il capoufficio o il professore la approva.
* A differenza delle ragazze che, con le mestruazioni, si trovano velocemente a confrontarsi con un aspetto particolare della propria femminilità, i ragazzi fanno più fatica a capire che significhi esattamente diventare uomini. La costruzione della «[[virilità]]» dipende molto dall'ambiente culturale e sociale al quale appartengono i giovani. In alcuni ambienti, ad esempio, i ragazzi imparano che, per diventare uomini, devono dar prova di arroganza, violenza, disprezzo per le donne. La virilità diventa allora un bene prezioso che si deve proteggere contro tutti gli attacchi che possano provenire dai deboli, dalle «femminucce», dagli omosessuali. La virilità, segno distintivo dell'uomo solo quando dimostra l'inferiorità delle donne, spinge questi giovani allo sbando a scagliarsi contro tutti coloro che la «sprecano». Non è un caso che gli attacchi più violenti contro gli omosessuali vengano proprio da coloro che disprezzano la donna e la considerano inferiore all'uomo.
* [[Barbie]] era la nostra icona. Il suo successo dipendeva dal suo corpo perfetto, indipendentemente dal mestiere e dall'età. Barbie era sempre impeccabile e sublime. Barbie era sempre eterosessuale e sposata. Barbie era sempre felice e vincente. La vita rappresentata nel mondo delle Barbie era, dunque, mitica e irraggiungibile. Le bambine della mia generazione sono cresciute con la convinzione che tutto fosse possibile e che bastasse «volere» per «potere». Barbie ci riusciva; perché non dovevamo riuscirci anche noi? In fondo, bisognava solo imparare a «controllarsi»: controllare il corpo, controllare le emozioni, controllare i bisogni.