Gianni Brera: differenze tra le versioni

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*Ma che lo [[sport]] agonistico sia pericoloso e quindi portatore di possibili danni è innegabile. Quando sento qualche attempato ex vantarsi pubblicamente della propria vigoria, dovuta secondo lui all'esercizio sportivo, io quasi sempre avrei voglia di dimostrargli giusto il contrario: che lui non è vigoroso agile e aitante perché fa sport, bensì fa sport in quanto è vigoroso agile e aitante. Quando è morto d'infarto sul suo pretenzioso lavoro l'inventore del Jogging, io non ho riso da jena perché non appartengo a quella specie animale, però mi sono affrettato a ritagliare la notizia ripromettendomi di sottoporla al mio amico [[Ottavio Missoni]]: che imparasse a fare il bullo come so che gli piaceva e gli piace.<ref name=dannoso/>
*[[Diego Armando Maradona|Maradona]], come tutti puro isso, cura lo suo particulare: ma questo non toglie che, eccellendo di per sé, egli esalti anche la squadra di cui è per solito gran parte. In effetti, Maradona è un carico da undici rinforzato: nessuno scopre nulla affermandolo. È un genio della pelota, dell'invenzione prestipedatoria, dell'esecuzione tecnica cum phantasia. A ragion veduta la squadra deve giocare per lui come lui gioca per la squadra. Ma è chiaro che non può sognarsi, lui solo, di imporsi ad undici avversari degni di questo nome. Il calcio è gioco collettivo per eccellenza: chi si illude di poter reggere solo soletto agli avversari tutti è un povero nesci, un megalomane, un solipsista insopportabile. Si capisce, Maradona è anche Primadonna: non è mai accaduto che un artista, quale che fosse il di lui o di lei sesso, non indulgesse anche alla fisime o comunque agli atteggiamenti tipici della primadonna.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/11/11/maradona-genio-in-un-collettivo.html Maradona, genio in un collettivo]'', ''la Repubblica'', 11 novembre 1988.</ref>
*[[Diego Armando Maradona|Maradona]] è la bestia iperbolica, nel senso infernale, anzi mitologico di Cerbero: se fai tanto di rispettarlo secondo lealtà sportiva, lui ti pianta le zanne nel coppino e ti stacca la testa facendola cadere al suolo come un frutto dal picciolo ormai fradicio. È capace di invenzioni che forse la misura proibiva a [[Pelé|Pelè]], morfologicamente irregolare nei soli piedi piatti, peraltro funzionali nella bisogna pedatoria. Maradona è uno sgorbio divino, magico, perverso: un jongleur di puri calli che fiammeggiano feroce poesia e stupore (è dei poeti il fin la meraviglia). Talora uno dei suoi piedi serve fulmineamente l'altro per una sorta di paradossale ispirazione atta a sorprendere: ma quando vuole, questo leggendario scorfano batte il lancio lungo che arriva, illumina, ispira: capisci allora che i ghiribizzi in loco erano puro divertissement: esibizione per i semplici: se il momento tecnico-tattico lo esige, in quelle tozze gambe animate dal diavolo entra solenne il prof. Euclide. E il calcio si eleva di tre spanne agli occhi di coloro che, sapendolo vedere, lo prediligono su tutti i giochi della terra.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/02/03/quel-calcio-lineare-sovrano.html Quel calcio lineare e sovrano]'', ''la Repubblica'', 3 febbraio 1987.</ref>
*Mio paese natìo è Pianariva, che l'[[Olona]] divide a mezzo prima di confluire in Po. Sono cresciuto brado fra i paperi e le oche naviganti l'Olona.<ref>Da ''Invectiva ad Patrem Padum'', ''Guerin Sportivo'', 28 ottobre 1963; citato in ''Storie dei Lombardi'', p.421.</ref>
*Nelle entusiasmanti parabole del disco di [[Adolfo Consolini|Consolini]] noi vediamo assai più dell'arido significato numerico: noi vediamo nel suo slancio indomito, nella sua tenacia paziente, nella sua serietà encomiabile la prorompente vitalità sportiva d'un popolo che gli eventi contrari e disgraziati hanno voluto misero e invilito, ma sempre ritrova in se stesso la forza di sopravvivere e di progredire.<ref>Citato in Claudio Gregori, ''[http://milombardia.gazzetta.it/milano/2012-11-18/milano-celebra-brera-noi-ricordiamo-cosi-913254193849.shtml Milano celebra Brera. Noi lo ricordiamo così]'', ''Gazzetta.it'', 18 novembre 2012.</ref>