Jorge Valdano: differenze tra le versioni

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*[[Pelé]], leggenda vivente, nasce in Brasile ma è universale. [...] Il suo corpo si muoveva a tempo con un ritmo atavico e negro, che si adattava armoniosamente al movimento capriccioso della sfera. Le sue qualità muscolari gli permettevano di compiere qualsiasi prodezza; non sapremo mai, per esempio, se Pelé saliva dalla terra o scendeva dal cielo per colpire il pallone in piena fronte con il portiere come vittima e la rete come destinazione finale. Un'altra possibilità era che addomesticasse il pallone con il petto, atterrasse con i piedi a terra, e solo dopo aver atteso un paio di secondi, scegliesse un angolo dove segnare il gol. Sappiamo, questo sì, che il pallone era dalla sua parte, che esisteva un patto di mutua lealtà, di obbedienza. (pp. 18-19)
*Il calcio brasiliano, sempre bello e spumeggiante, è riuscito con [[Pelé]] a far diventare vincenti tutte queste proprietà visive. Se dovessi scegliere una sua qualità, non saprei quale indicare; se dovessi trovargli un difetto, non potrei. Talento, più tecnica, più coraggio, più espressività fisica di un corpo dai movimenti allegri, più la passione per il gioco, eredità culturale di un paese che ama il calcio come il Brasile. (p. 19)
*La prima volta che vidi giocare [[Ronaldo]], passai tutta la partita a criticarlo invano. Si stringeva nelle spalle per decollare e si lanciava nell'avventura solitaria di fronteggiare i difensori. Ogni volta che toccava il pallone lo allontanava parecchio, troppo, dai suoi piedi, e io, che come ogni spettatore giocavo la mia partita per interposta persona, puntualmente mi lamentavo: «Porca miseria, se l'è allungata troppo». Sembrava che finisse fuori, e invece la raggiungeva; sembrava che fosse in vantaggio il difensore, invece arrivava prima lui; sembrava che fosse del portiere, invece era gol. Il problema è che io misuravo la sua velocità in termini umani e Ronaldo è un portento fisico che fa saltare tutte le previsioni di tempo e distanza. (p. 23)
*Tutto, in lui, è visione di gioco, tecnica, intelligenza. Sarà per questo che nessuno arriva a innamorarsi di [[Rivaldo]]? Perché prescinde dall'aggressività, dalla velocità fisica, dalla potenza e da tutti i moderni derivati? Lui si limita a fintare, arrestarsi e ripartire con la pigrizia di un diesel, mentre i motori a benzina sfrecciano rapidamente, perfino con entusiasmo. (p. 26)
*[[Romário|Romario]] è il calcio, perché il calcio è soprattutto inganno e nessuno inganna meglio di Romario. L'estetica della pigrizia, caratteristica inconfondibile del suo creativo padrone, non è altro che una maschera, perché durante il gioco, lui è menzogna che cammina. I movimenti lenti sono la corda di un arco che si tende per scoccare una freccia inattesa, improvvisa e letale. Freccia precisa per ogni bersaglio. (p. 26)
*Ogni volta che respiro l'odore dell'[[erba]] mi ritorna addosso l'infanzia. (p. 41)
*[[Zinédine Zidane|Zinedine Zidane]] è un elefante (supera gli ottanta chili) col cervello di una ballerina. Il suo incedere è lento, ma le sue decisioni sono agili. (p. 67)
*Dire che il [[calcio]] è capriccioso è un modo di generalizzare. Capricciosi sono i [[gol]]. Il gioco è l'argomento, ma il gol è il problema, il dettaglio cruciale, la chiave che apre una porta. (p. 69)
*Che grande argomento [[Zinédine Zidane|Zinedine Zidane]]. Ci sono partite così noiose perché c'è poca velocità e altre che sono caotiche per eccesso di velocità. L'unico orologio che segna sempre l'ora giusta è quello di Zidane. Ha una visione panoramica amplissima, sa quando bisogna tenerla o darla, sa quando bisogna giocare corto o lungo, sa quando bisogna allargare per gli esterni o cercare la profondità. In un calcio nel quale la norma è lo scontro fisico, Zidane trova sempre la strada sgombra. (p. 70)
*[[Zinédine Zidane|Zidane]] è buono da lontano e da vicino, ma di sicuro, per misurarne meglio l'intelligenza, conviene seguirlo quando la televisione non lo inquadra più. Lui cerca sempre la posizione che metta in difficoltà il marcatore, sorprendendolo alle spalle e scattando nel momento giusto per farsi vedere. Dargli il pallone è come metterlo in cassaforte. Se è di spalle,controlla e si gira con un solo movimento. Godiamocela, Zidane ha già il pallone tra i piedi. Lo nasconde con abilità, lo tocca con la punta del piede, lo calpesta, lo ritrae, lo mostra di nuovo... E lo difende col suo corpo, largo e possente, da falso lento. (p. 73)
*Verso la metà del secondo tempo, il gioco fu interrotto per un fallo senza importanza e [[Johan Cruijff|Johan]] {{NDR|Cruyff}} si mise a protestare. Siccome l'arbitro non smetteva di dargli spiegazioni, andai a dirgli che, se voleva, poteva lasciargli anche il fischietto. Ne approfittai per suggerire a Cruyff di tenere per sé quel pallone e di darcene un altro, visto che in quella partita avevamo qualche diritto anche noi. Mi guardò con una certa aria misericordevole e chiese come mi chiamavo. «Jorge Valdano» gli risposi. «E quanti anni hai?» continuò. E io, obbediente: «Ventuno». Fece una faccia che significava: chissà dove andremo a finire con questi giovani d'oggi, e dall'alto dei suoi gloriosi trent'anni mi mollò uno schiaffo dialettico: «Ragazzino, a ventun anni a Cruyff si dà del lei». (p. 75)
*Ci sono momenti nei quali un difensore {{NDR|italiano}} sta per spazzare il pallone e si trova, per esempio, con le gambe di un norvegese aperte, spalancate. Un meraviglioso invito al tunnel che un uomo libero non potrebbe mai rifiutare. Il giocatore italiano tende a ignorare la tentazione e a spazzare via lo stesso. (pp. 96-97)
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*La [[Nazionale di calcio della Germania|Germania]] è una macchina che sforna vittorie. Se la giornata è proprio nerissima, è una macchina capace di non perdere. Unica nazionale che non ha bisogno del pallone per creare problemi agli avversari. Ogni volta che inizia una partita, mi viene da pensare che sotto il terreno di gioco ci siano centinaia di tedeschi muscolosi che pedalano, remano o girano qualche manovella. Finché mi sembra davvero di sentire il rumore della macchina messa in moto: brooommm... (pp. 106-107)
*[[David Beckham|Beckham]] è due persone in una: è una persona quando gioca e un'altra nella vita. Fuori dal campo, come certi uccelli della Patagonia, fa una cagata ad ogni passo. Ma durante i novanta minuti mostra doti di concentrazione, buona capacità di partecipazione, abnegazione, solidarietà e un tiro che riesce a indirizzare dove vuole. (p. 111)
*[[Gheorghe Hagi|Hagi]] è un nobile, così importante per il calcio rumeno che mi è mancato solo vederlo giocare in groppa a un cavallo bianco. (p. 115)
*Ci sono molti modi di fare il [[portiere]], ma nessuno è facile. Ci sono portieri che bloccano e quelli che giocano, esistono portiere showman e sobri, kamikaze e prudenti. Hanno bisogno dell'esperienza quanto dell'agilità dei riflessi. (pp. 117-118)
*L'[[Uruguay]] è uno di quei paesi dove dovrebbero mettere delle porte di calcio alle frontiere. Al visitatore sarebbe chiaro che quel paese altro non è che un gran campo di football con l'aggiunta di alcune presenze accidentali: alberi, mucche, strade, edifici... (p. 133)