Sergio Quinzio: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Giacomanni (discussione | contributi)
Riga 8:
*La verità di un uomo non è tale che dinanzi alla sua morte. Così anche la storia. (da ''L'esilio e la gloria'' – ''In forma di parole'', Gianni Scalia, Bologna, 1998)
*Questo lo diceva il Tao: "L'imperatore non fa mai leggi, perché se emanasse una norma vorrebbe dire che qualcosa non va". Ogni legge in qualche modo è la spia di una condizione imperfetta: l'ideale sarebbe non averne bisogno. (da Sergio Quinzio, [[Gustavo Zagrebelsky]], ''Democrazia e Apocalisse'', a cura di Maurizio assalto, ''La Stampa'', 28 maggio 1995, p. 21)
*[[Salvatore Satta|Satta]] vuole di più, cerca una fede che non può stare nel solco millenario della religione tradizionale. La stessa fede, certo, ma non riducibile senza residui a come è stata fin qui pensata e vissuta. Questo lo avvicina ai grandi autori russi nutriti in profondità dalla fede ortodossa - Gogol', Dostoevskij, Solov'ëv, Rozanov - che invano si è tentato di riportare interamente alla tradizione ecclesiastica. In realtà, essi, e anche Satta, hanno domande troppo terribili per i pastori e per i teologi. (da ''Cercava una fede di là dalla religione tradizionale'', ''Prospettive libri'', giugno-luglio 1981, p. 19)
*Si sente comunemente parlare di mito biblico, e persino di mito cristico; ma questo significa non percepire la lontananza e la drammatica opposizione fra il mito che è protologico, e la fede, che è invece escatologica, e quindi rivolta al futuro e non al passato. (da ''Mysterium iniquitatis'', Adelphi, Milano, 1995)