Proverbi fiorentini: differenze tra le versioni

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:''Invito a non essere schizzinosi in fatto di cibo.''
*'''I' ggioho 'un vale la candela.'''
:"proverbio di origine ''biscazziera'' ovvero, nato nelle bische da giuoco, che spesso si trovavano in luoghi bui o poco illuminati, dove il gestore faceva pagare appunto la candela per poter illuminare il tavolo da gioco."
*'''Icché ci vah ci hole.'''
:''Quel che ci va, ci vuole.''
* '''Icché c'entra i'cculo con le quarantore?'''
''Si dice quando qualcosa non ha niente a che vedere con un’altra. Una versione dell'origineL’origine di questo modo di dire deriva da un episodio avvenuto durante un rito religioso conosciuto col nome
di “Quarantore” (Dalla morte di Gesù alla sua Resurrezione). Una donna, venne palpata al sedere da un uomo e lei gli rispose “O icché c’entra i’cculo con le quarantore! Mentre la versione laica narra che, in occasione di un comizio sindacale indetto in piazza della Signoria a Firenze, in occasione dell'istituzione appunto delle "quaranta ore" lavorative settimanali, nella medesima situazione una signorina appunto esclamò detta frase.''
 
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