Aldo Palazzeschi: differenze tra le versioni

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*Come tutti i principali collaboratori della ''Voce'', accettai la [[guerra]] come un fatto naturale. Non eravamo guerrafondai, intendi bene. Ma riconoscevamo che la guerra fa parte della vita, essendo la vita lotta e conquista. La [[guerra]], anzi, con le sue regole e i suoi limiti, costituisce un passo avanti rispetto alle lotte barbariche. Il nemico, nella guerra, rappresenta l'ostacolo al raggiungimento di un fine, non una bestia da sgozzare. Perciò permette e anzi favorisce la pietà per il ferito, la compassione per il vinto, una volta che l'ostacolo è superato. Conquistata la trincea, i nemici tornano uomini e fratelli.<ref>Dall'intervista di E. Cavalli, ''Palazzeschi vuol divertirsi'', in ''La Fiera letteraria'', 1 ottobre 1972.</ref>
*Dir male del governo è tanto facile quanto è difficile governar bene.<ref>Da ''Cinema'', a cura di Maria Carla Papini, Edizioni di storia e letteratura, Roma, p. 20.</ref>
*E mentre mi stupivo di trovarla più decisamente nichilista e negativa d'ogni valore soprannaturale ora che la vita volge al tramonto, le dichiaratodichiaro come io mi fossi sempre più avvicinato a quelli e come si fossero dileguati in me certo scetticismo e spregiudicatezza frutti di esuberanza giovanile, e mi fossi raccolto a meditazione al contatto del grande mistero di cui è circondata l'esistenza umana.<ref>Da ''L'isola della fedeltà'', ''Corriere della Sera'', 15 giugno 1956, p. 3.</ref>
*È un mistero {{NDR|la [[morte]]}}, almeno per me. Quando verrà vedrò. Non la temo, piuttosto sono curioso e aperto a qualsiasi possibilità, non avendo dati per fare previsioni.<ref>Dall'intervista di P. Petroni, ''Incontro con Aldo Palazzeschi'', in ''Ecos'', II 11-12, dicembre 1973-gennaio 1974.</ref>
*Gli [[antifascismo|antifascisti]] hanno voluto dimostrare di essere della medesima lega, identica dei fascisti, anzi peggio, perché venuti dopo ci sono riusciti perfettamente.<ref>Da una lettera a [[Marino Moretti]] del 28 giugno 1946; citato in ''Carteggio vol. III, 1940-1962 / Marino Moretti, Aldo Palazzeschi''; a cura di Francesca Serra, Storia e Letteratura, Roma 2000, p. 79.</ref>
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*O seimila spettatori che accorreste al Teatro Verdi, voi che avete sentito il gusto, l'ebbrezza di un istante divinamente folle di ribellione... Noi lirici e teorici lanciamo le nostre grida alte. Voi non ci domandate che l'occasione di farcene udire l'eco dentro voi stessi.<ref>Da ''Lacerba, Volumi 1-3'', Mazzotta, Milano, 1913, p. 290.</ref>
*{{NDR|Su ''Sorelle Materassi''}} Per la schiettezza nostrale dell'ispirazione, aggiungerò un documento infallibile: questo lavoro è stato citato all'ordine del giorno di Strapaese.<ref>Da un'intervista alla ''Gazzetta del Popolo'', 1934; citato in [[Giacinto Spagnoletti]], ''Palazzeschi'', Longanesi & C., Milano 1971, p. 234.</ref>
*[[RealismoRealismoRealismo]] e surrealismo, hanno dichiarato credendo di muovermi un rimprovero. Ma la nostra vita non è proprio così? Realismo e surrealismo. Poveri coloro che hanno soltanto del realismo nella loro esistenza. E surrealista io lo fui fin dal mio primo vagito.<ref>Dall'intervista di Mario Picchi, ''Sono nato poeta muoio prosatore'', in ''La Fiera Letteraria'', IV, 46, 13 novembre 1949, pp. 1-2.</ref>
*Vivo la situazione [[spiritualità|spirituale]] degli uomini del nostro tempo. Non sono [[Cristianesimo|cristiano]] alla cieca, come forse lo si era un secolo fa. Ma le dirò che è la guerra che riattizza il cristianesimo. Ho scritto ''Due imperi... mancati'' nel 1920 e ''Tre imperi... mancati'' nel 1945. Sono libri che non amo e non vorrei averli scritti, soprattutto il secondo. Comunque in essi c'è un fondo cristiano: la guerra riavvicina a Dio.<ref>Dall'intervista di Ennio Cavalli, ''Palazzeschi vuol divertirsi'', in ''La Fiera Letteraria'', XLVIII, 40, 1 ottobre 1972, pp. 10-11.</ref>
*Vorrei essere amato dalle creature [[semplicità|semplici]] e non discusso dai sapienti di letteratura.<ref>Dalla lettera ad Arnoldo Mondadori, Venezia, 21 settembre 1958, in Arnoldo Mondadori, Alberto Mondadori, Aldo Palazzeschi, ''Carteggio. 1938-1974'', a cura di Laura Diafani, Ed. di Storia e Letteratura, 2007.</ref>