Roberto Calasso: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Roberto Calasso==
*Oggi, l'ultima frontiera per il devoto della sinistra sta nel dichiararsi 'anticapitalista'. Ma dietro questa parola si può celare di tutto. Il più grande dei reazionari, [[Joseph de Maistre]], era 'anticapitalista' ben prima, e con più fondato argomentare, di [[Franco Fortini]].<ref name=gnoli91>Dall'intervista di Antonio Gnoli, [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/10/05/roberto-calasso-sgrida-italia.html ''Roberto Calasso sgrida l'Italia''], ''la Repubblica.it'', 10 maggio 1991.</ref>
*Non vorrei che fosse interpretata nel senso della bigotteria attuale, quale si può constatare nelle risibili campagne pubblicitarie per la promozione della lettura o altre iniziative del genere. Sarebbe funesto pensare che la lettura sia qualcosa di buono in sé.<ref>Da [http://archiviostorico.corriere.it/2013/giugno/21/choc_dell_ignoto_segreto_Adelphi_co_0_20130621_c3857704-da36-11e2-86e8-e4a76d962e5f.shtml ''Lo choc dell'ignoto, segreto Adelphi''], ''Corriere della Sera'', 21 giugno 2013, pp. 44-45.</ref>
*Progressista è una parola che è difficile ormai pronunciare senza arrossire, per la totale vacuità del significato che ha assunto. L'idea di progresso è stata ridicolizzata dalla storia, oltre che dal pensiero, ma a guardarci intorno si direbbe che nulla sia avvenuto. L'unico ambito in cui la parola «progresso» ha un significato incontrovertibile è quello tecnologico. Ma sappiamo benissimo che il progresso tecnologico può convivere con qualsiasi atrocità.<ref name=trprog07>Da [http://archiviostorico.corriere.it/2007/aprile/07/tramonto_dei_progressisti_co_9_070407049.shtml ''Il tramonto dei progressisti''], ''Corriere della Sera'', 7 aprile 2007, p. 39.</ref>
*Se si vuol capire che cos'è un simbolo, meglio leggere Guénon o Coomaraswamy che uno zelante semiologo o un baronale «pensatore debole». Se si vuol capire che cos'è il terrorismo, meglio leggere il Trattato del ribelle di Jünger che andare a un convegno dell'Istituto Gramsci.<ref name=trprog07/>
*Vogliamo dire delle atrocità? Ecco due esempi illustri. [[Paolo Volponi]] dichiara, sul Venerdi di Repubblica: 'Il comunismo è gran parte del pensiero umano'. Mi incanta, in queste parole, l'aspetto quantitativo. Plotino, Avicenna, Parmenide, Leibniz, Hume, sant'Agostino dove staranno? Con la gran parte del pensiero umano o in qualche angolo dei cattivi? C'è da non dormirci la notte... Un altro esempio: [[Luciano Canfora]], storico dell'antichità e autore anche di un magistrale libro sull'assassinio di Giovanni Gentile, dichiara sulla Stampa: 'Dal punto di vista della dinamica sociale, il Terrore rappresentava un freno al formarsi di una classe privilegiata dentro lo Stato sovietico'. Finalmente! Ora possiamo dire di aver capito Stalin... Quell'uomo era così magnanimo, così preoccupato della 'dinamica sociale' che sterminò alcuni milioni di persone perché non voleva che si formasse quella incresciosa degenerazione detta 'classe privilegiata'. Era un nobile incompreso. E dovevamo aspettare l' autunno del 1991 per cominciare a capirlo.<ref name=gnoli91/>
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===Citazioni===
* Il gesto mitico è un'onda che, nell'infrangersi, disegna un profilo, come i dadi gettati formano un numero. Ma ritirandosi accresce nella risacca la complicazione indominata, e alla fine la commistione, il disordine, da cui nasce un ulteriore gesto mitico. Perciò il mito non ammette sistema.
* Le figure del mito vivono molte vite e molte morti, a differenza dei personaggi del romanzo, vincolati ogni volta a un solo gesto.
* Le storie non vivono mai solitarie: sono rami di una famiglia, che occorre risalire all'indietro e in avanti.
 
==Note==
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==Altri progetti==
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[[Categoria{{DEFAULTSORT:Scrittori italiani|Calasso, Roberto]]}}
[[Categoria:Scrittori italiani]]