Aldo Palazzeschi: differenze tra le versioni

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*Come tutti i principali collaboratori della ''Voce'', accettai la [[guerra]] come un fatto naturale. Non eravamo guerrafondai, intendi bene. Ma riconoscevamo che la guerra fa parte della vita, essendo la vita lotta e conquista. La [[guerra]], anzi, con le sue regole e i suoi limiti, costituisce un passo avanti rispetto alle lotte barbariche. Il nemico, nella guerra, rappresenta l'ostacolo al raggiungimento di un fine, non una bestia da sgozzare. Perciò permette e anzi favorisce la pietà per il ferito, la compassione per il vinto, una volta che l'ostacolo è superato. Conquistata la trincea, i nemici tornano uomini e fratelli. (Citato in E. Cavalli, ''Palazzeschi vuol divertirsi'', in ''La Fiera letteraria'', 1 ottobre 1972)
*Dir male del governo è tanto facile quanto è difficile governar bene. (da ''Cinema'', a cura di Maria Carla Papini, Edizioni di storia e letteratura, Roma, p. 20)
*''Due volte s'incontran, le bianche e le nere, | sul ponte, sul ponte che unisce i conventi, | li unisce da tanto per vecchia amicizia, | le piccole torri si guardan ridenti | una bianca una nera, | le suore s'incontran la [[sera]] | la sera al crepuscolo''. (da ''Il passo delle Nazarene'', in ''Poesie: 1904-1914'', Vallecchi)
*È un mistero {{NDR|la [[morte]]}}, almeno per me. Quando verrà vedrò. Non la temo, piuttosto sono curioso e aperto a qualsiasi possibilità, non avendo dati per fare previsioni. (Citato in P. Petroni, ''Incontro con Aldo Palazzeschi'', in ''Ecos'', II 11-12, dicembre 1973-gennaio 1974)
*Gli [[antifascismo|antifascisti]] hanno voluto dimostrare di essere della medesima lega, identica dei fascisti, anzi peggio, perché venuti dopo ci sono riusciti perfettamente. (da una lettera a [[Marino Moretti]] del 28 giugno 1946<ref>Citato in ''Carteggio vol. III, 1940-1962 / Marino Moretti, Aldo Palazzeschi''; a cura di Francesca Serra, Storia e Letteratura, Roma 2000, p. 79</ref>)
*''I fratelli Cuccoli'' racchiudono la massima parte e il punto più elevato della gioiosa e insieme dolorosa poesia della mia [[anima]]. Quel protagonista, davanti al quale i critici si sentirono disorientati giudicandolo un troppo audace miscuglio di [[realtà]] e di surrealismo, è il personaggio che più mi assomiglia. Si vede che io stesso fui un'audace mescolanza di surreale e di realtà. Ed è scopo evidente di quel lavoro il superamento della ricerca psicologica. (Aldo Palazzeschi, in ''Ritratti su misura di scrittori italiani'', a cura di [[Elio Filippo Accrocca]], Venezia, Sodalizio del libro, 1960, pp. 312-314)
*Il romanzo {{NDR|''Roma''}} lo immaginai vedendo tanti di quegli uomini [[cattolicesimo|cattolici]] integrali, sentendo una certa atmosfera nella quale giganteggiavano, sempre più isolate, talune figure di [[nobiltà|nobili]], Alla fin fine, si vede che il Principe, attorno al quale ruota tutto un ambiente nuovo, tutto un mondo nuovo, spregiudicato, vano, falso, è sullo stesso piano del servitore. Che cosa hanno in comune Filippo di Santo Stefano e il sor Checco? Ma la fede, la comunanza di virtù, di ideali, di religione, insomma! Il cristianesimo è l'elevazione degli umili. Quell'uomo, il sor Checco, è come il Principe e il Principe è come lui. Una affinità molto difficile da comprendere, coi tempi che corrono. Ma è una realtà; è così. (citato in Giovanni Lugaresi, ''Il romanzo di Palazzeschi sui teleschermi'', Roma; in ''Il Gazzettino'', 22 febbraio 1974)
*''Io metto una lente | davanti al mio [[cuore]] | per farlo vedere alla gente''. (da ''Chi sono?'', in ''Poesie'')
*Io sono sempre stato [[religione|religioso]]. Come mia madre che veniva da una lunga famiglia di preti. Adesso, forse più di una volta, sono attratto dal soprannaturale. Mi affascinano soprattutto i [[dogma|dogmi]]: non sono impalcature gelide, ma fervide astrazioni ricche di poesia. (citato in ''Aldo Palazzeschi a Roma: atti della Giornata di studi, Casa di Goethe, Roma, 20 aprile 2009'', a cura di Gino Tellini, Società editrice fiorentina, Firenze 2011, p. 225)
*L'uomo che attraverserà coraggiosamente il [[dolore]] umano godrà lo spettacolo del suo [[Dio|Signore]], tutte le sue ferite verranno rimarginate e chiuse per sempre, questo reale purgatorio che egli impose, lavacro del peccato originale, per goderne primo Lui e comunicargli lo stesso bene, Egli, essere perfettissimo che non ha nelle purissime membra una sola cicatrice del dolore. (da ''L'antidolore'', Mondadori, 1958<ref>Citato in A. Palazzeschi, ''Tutti i romanzi'', vol. 1, Mondadori, Milano, 2004, pp. 1236-37.</ref>)
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*La [[vita]] è come l'acqua, deve correre, guai se si ferma, baca. (da ''Vita'', in ''Tutti i romanzi'', vol. II, a cura di Gino Tellini, Mondadori)
*Le bellezze naturali mi incantano, ma la [[bellezza]] creata dall'uomo mi esalta, ragione per cui adesso io amo tanto [[Venezia]], perché lì è soltanto l'uomo che opera, è soltanto l'uomo che ha agito, che ha creato e da una pozzanghera ha tirato fuori questo grande miracolo. (''Incontro con Aldo Palazzeschi'', intervista televisiva a cura di Carlo Mazzarella, 2 marzo 1965)
*''Microscopico paese, è vero | paese da nulla, ma però... | c'è sempre di sopra una [[stella]], una grande, magnifica stella, | che a un dipresso... | occhieggia con la punta del cipresso | di Rio Bo''. (da ''Rio Bo'', in ''Poesie'')
*O seimila spettatori che accorreste al Teatro Verdi, voi che avete sentito il gusto, l'ebbrezza di un istante divinamente folle di ribellione... Noi lirici e teorici lanciamo le nostre grida alte. Voi non ci domandate che l'occasione di farcene udire l'eco dentro voi stessi. (da ''Lacerba, Volumi 1-3'', Mazzotta, Milano, 1913, p. 290)
*[[Realismo]] e surrealismo, hanno dichiarato credendo di muovermi un rimprovero. Ma la nostra vita non è proprio così? Realismo e surrealismo. Poveri coloro che hanno soltanto del realismo nella loro esistenza. E surrealista io lo fui fin dal mio primo vagito. (Mario Picchi, ''Sono nato poeta muoio prosatore'', in ''La Fiera Letteraria'', IV, 46, 13 novembre 1949, pp. 1-2)
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==Versi==
*''Da vetri oscurissimi | leggera una nebbia viola traspare | finissima luce. | E s'odon le note morenti | dei balli più lenti. | Si vedon dai vetri | leggere passare volanti le tuniche bianche | di coppie danzanti.'' (da ''Diaframma di evanescenze'', ''I cavalli bianchi'')
*''Etto grammo kilo mezzokilo, | cacio burro prosciutto salame | acciughe salacche baccalà... | son parole del gergo | di questo untuoso reame.'' (da ''Pizzicheria'', ''Poesie 1910-1915'')
*''Laddove le vie fan crocicchio | poggiata a un cipresso è la Croce. | Sul nero del legno risplendono i numeri bianchi: | ricordo del giorno. | La gente passando si ferma un istante, | e sol con due dita toccando leggero quel legno | fa il Segno di Croce.'' (da ''Il segno'', ''I cavalli bianchi'')
*''Sfondano il cielo d'ovatta, | da morbide fessure, | (come dev'esser caldo il cielo!) | e cadono a piombo sulla terra | tante losanghe nere. | Ogni fessura si dilata e si riserra. | (Come dev'esser nera la terra!) | non ho la forza di pensare. | Un mazzo di candidi gigli è sbocciato | dal nero calamaio. | Non ho il coraggio di tuffare.'' (da ''Ghiacciato'', ''Poesie 1910-1915'')
*''Talora si scorgon fra il nero | dei raggi lucenti, | fulgore di gemme rimaste: | «son gli occhi di dama Mirena». | Di sotto ai carboni | si dice che ancora ella guardi.'' (da ''Palazzo Mirena'', ''Lanterna'')
 
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*''Fra i rami d'olivo cadenti | ti reggi, com'ultimo | miracolo vivo, | sui vecchi pilastri corrosi e spezzati, | coperti di muffe e licheni | verdastri, bluastri, | ancora ti reggi | o agile annosa! | Salve Crux pretiosa.'' (da ''Il segno'')
*''Io metto una lente | davanti al mio cuore | per farlo vedere alla gente. | Chi sono? | Il saltimbanco dell'anima mia.'' (da ''Chi sono?'', ''Poemi'')
 
===''Poesie 1910-1915''===
*''Due volte s'incontran, le bianche e le nere, | sul ponte, sul ponte che unisce i conventi, | li unisce da tanto per vecchia amicizia, | le piccole torri si guardan ridenti | una bianca una nera, | le suore s'incontran la [[sera]] | la sera al crepuscolo''. (da ''Il passo delle Nazarene'', in ''Poesie: 1904-1914'', Vallecchi)
*''Etto grammo kilo mezzokilo, | cacio burro prosciutto salame | acciughe salacche baccalà... | son parole del gergo | di questo untuoso reame.'' (da ''Pizzicheria'', ''Poesie 1910-1915'')
*''Io metto una lente | davanti al mio [[cuore]] | per farlo vedere alla gente''. (da ''Chi sono?'', in ''Poesie'')
*''Laddove le vie fan crocicchio | poggiata a un cipresso è la Croce. | Sul nero del legno risplendono i numeri bianchi: | ricordo del giorno. | La gente passando si ferma un istante, | e sol con due dita toccando leggero quel legno | fa il Segno di Croce.'' (da ''Il segno'', ''I cavalli bianchi'')
*''Microscopico paese, è vero | paese da nulla, ma però... | c'è sempre di sopra una [[stella]], una grande, magnifica stella, | che a un dipresso... | occhieggia con la punta del cipresso | di Rio Bo''. (da ''Rio Bo'', in ''Poesie'')
*''Sfondano il cielo d'ovatta, | da morbide fessure, | (come dev'esser caldo il cielo!) | e cadono a piombo sulla terra | tante losanghe nere. | Ogni fessura si dilata e si riserra. | (Come dev'esser nera la terra!) | non ho la forza di pensare. | Un mazzo di candidi gigli è sbocciato | dal nero calamaio. | Non ho il coraggio di tuffare.'' (da ''Ghiacciato'', ''Poesie 1910-1915'')
 
===''Via delle cento stelle''===