Erri De Luca: differenze tra le versioni

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{{int2|''[http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/politica/2009/25-giugno-2009/erri-de-lucala-lotta-armata-non-era-terrorismo-quegli-anni-fu-guerra-civile--1601501435511.shtml Erri De Luca: «La lotta armata? Non era terrorismo. In quegli anni fu guerra civile»]''|intervista di Gimmo Cuommo, da ''Corriere del Mezzogiorno.it'', 25 giugno 2009.}}
*Le [[Brigate Rosse]] non posso­no considerarsi un gruppo di terro­risti. Terrorista è infatti chi mette una bomba su un treno, terrorizzando, appunto, la gente comune.
*Siccome sono fissato per la lin­gua italiana cerco di essere preciso. In gioventù spesso ho preferito uti­lizzare la parola più agitata rispetto a quella più esatta. Ora cerco di fare il contrario. Dunque, terrorismo è l’atto di chi vuole distruggere e ter­rorizzare il maggior numero di per­sone indifese. Da questo punto di vista, considero terroristico il bom­bardamento di una città, da Guerni­ca in poi. * Considero, invece, la lun­ga stagione della lotta armata in Ita­lia una faccenda che si distingue dal terrorismo per un semplice risultato: il terrorismo che ha messo le bombe nelle banche, sui treni e nelle piazze è rimasto impunito. Ai suoi responsabili è stata garantita l’impunità mentre tutti quelli che io comprendo nella categoria della lotta armata sono stati identificati, processati e condannati. Questo è il mio vocabolario personale. Non pretendo che venga condiviso.
*{{NDR|«Il rapimento di Aldo Moro, l'uccisione degli uomini della scorta non sono state aggressioni di persone indifese?»}} No. Perché la scorta era composta di uomini armati. Attenzione, stiamo ragionando ancora di definizione. Nello specifico, penso che durante quella stagione ci sono stati caduti da entrambe le parti. [...] Io la considero una piccola guerra civile. Piccola dal punto di vista del numero dei caduti. Ma non piccola se si considerano i militanti condannati per banda armata: sono stati incriminati in migliaia.
*{{NDR|«Non ha provato imbaraz­zo per alcune uccisioni av­venute nell’ambito della lotta armata?»}} Certamente ci sono stati processi e omicidi sommari dentro le carce­ri. Quelli sono episodi tri­sti. E, per di più, stavano dentro la logica della scon­fitta. C’è stato un militan­te, mi pare che fosse Gior­gio Soldati, che venne am­mazzato perché sotto tortu­ra aveva fatto i nomi di alcu­ni compagni. All’epoca lo Sta­to si arrogava il diritto di pra­ticare la tortura nei confronti dei detenuti politici. Soldati fu ammazzato in carcere da altri compagni. E quando venne cir­condato disse: "Fate presto, compagni".
*{{NDR|Gli uomini delle scorte}} Li considero caduti, alla stessa stregua dei caduti della sinistra rivoluzionaria e di alcune persone ammazzate per errore nel corso di azioni. Vittime alla pari di quella stagione, di quella guerra civile italiana.
* [...]di certe cose si può solo ra­gionare in termini politici. È chiaro che se, poi, si entra nel personale si finisce per buttarsi i lutti in faccia. Ma sulla delicata e travagliata que­stione dei parenti delle vittime, mi faccia aggiungere un’altra cosa. (...) I parenti delle vittime, uccise da Savasta e Viscardi, pentiti e auto­ri di un gran numero di omicidi in quel periodo, hanno visto queste due persone libere subito. I parenti delle vittime di tutti quelli che si so­no dissociati in carcere dalla lotta armata hanno visto i responsabili uscire molto prima dei termini di condanna. Allora, quando si parla dei parenti delle vittime bisogne­rebbe ricordare che la maggior par­te di loro è stata tradita dallo Stato e dalla leggi speciali.
* {{NDR|«Rispetto a quella stagione chi è oggi Erri De Luca?»}} Mi sento ancora coinvolto per­ché ci sono ancora detenuti per rea­ti politici che, come scrivo in una mia poesia, scontano il Novecento anche per me. Finché ce ne sarà an­che uno solo recluso per aver parte­cipato a quella stagione, io non mi posso congedare. Rispetto a tutta questa storia sono uno in sospe­so.
 
==''Aceto, arcobaleno''==