Charles Bukowski: differenze tra le versioni

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*Presi la bottiglia e andai in camera mia. Mi spogliai, tenni le mutande e andai a letto. Era un gran casino. La gente si aggrappava ciecamente a tutto quello che trovava: comunismo, macrobiotica, zen, surf, ballo, ipnotismo, terapie di gruppo, orge, ciclismo, erbe aromatiche, cattolicesimo, sollevamento pesi, viaggi, solitudine, dieta vegetariana, India, pittura, scrittura, scultura, composizione, direzione d'orchestra, campeggio, yoga, copula, gioco d'azzardo, alcool, ozio, gelato di yogurt, Beethoven, Bach, Budda, Cristo, meditazione trascendentale, succo di carota, suicidio, vestiti fatti a mano, viaggi aerei, New York City, e poi tutte queste cose sfumavano e non restava niente. La gente doveva trovare qualcosa da fare mentre aspettava di morire. Era bello avere una scelta. Io l'avevo fatta da un pezzo, la mia scelta. Alzai la bottiglia di vodka e la bevvi liscia. I russi sapevano il fatto loro.
*«Umanità, mi stai sul cazzo da sempre». Ecco il mio motto.
*Voglio essere sepolto vicino all'ippodromo... per sentire la volata sulla dirittura d'arrivo. (p. 285)
*La baciai. Baciarsi è più intimo che scopare. Ecco perché non mi è mai piaciuto che le mie donne andassero in giro a baciare altri uomini. Preferirei che se li scopassero.
*Eppure le donne, le donne che valevano qualcosa, mi spaventavano perché finivano col volere la mia anima, e io volevo tenere per me quello che ne restava.
*Non si poteva sottovalutare il pubblico ma non bisognava nemmeno leccargli il culo. C'era una via di mezzo, e bisognava trovarla. (p. 153)
*Vuoi dire che vivi per scrivere? UNO, mi limito a esistere. Poi cerco di ricordare e buttar giù un po' di cose. (p. 199)
*Mettiamola cosi: per me tu sei la numero uno, e non c'è nemmeno una numero due. (p. 297)
 
{{NDR|Charles Bukowski, ''Donne'', traduzione di Marisa Caramella, TEA.}}