Pelé: differenze tra le versioni

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*Come giocatore è stato il massimo, però non ne ha saputo approfittare per far progredire il calcio. Lui pensava politicamente, pensava che sarebbe potuto diventare il presidente dei brasiliani... avrei preferito che si proponesse come me, per presiedere un'associazione in difesa dei diritti dei giocatori, che si occupasse di Garrincha e non lo lasciasse morire nell'indigenza, che lottasse contro le azioni dei potenti che ci limitano... Non voglio mettermi a confronto con lui, l'ho sempre detto e lo ripeto. E quando dico di mettermi a confronto con lui non parlo solo di questioni calcistiche... ho avuto molte opportunità di incontrarlo... era una questione di pelle, ci urtavamo troppo; ci vedevamo e partivano le scintille. ([[Diego Armando Maradona]])
*''Era l'anno dei mondiali quelli del '66 | la regina d'inghilterra era Pelé.'' ([[Antonello Venditti]])
*Il calcio brasiliano, sempre bello e spumeggiante, è riuscito con Pelé a far diventare vincenti tutte queste proprietà visive. Se dovessi scegliere una sua qualità, non saprei quale indicare; se dovessi trovargli un difetto, non potrei. Talento, più tecnica, più coraggio, più espressività fisica di un corpo dai movimenti allegri, più la passione per il gioco, eredità culturale di un paese che ama il calcio come il Brasile. ([[Jorge Valdano]])
*{{NDR|In risposta a [[Pelé]], chi lo definì «mal esempio» nel 2009}} Non so, egli debuttò con un ragazzo, quindi non so cosa è buon esempio o mal esempio. ([[Diego Armando Maradona]])
*Mi no credevo che un omo podessi far questo. ([[Nereo Rocco]])
*{{NDR|Riferito a un Italia-Brasile del 1963}} Pelé era così bravo che non veniva neanche voglia di picchiarlo. E poi quella volta lì, a Milano, {{NDR|riferito a un Italia-Brasile del 1963}} aveva una caviglia in disordine. Ma doveva giocare. La tariffa del Santos era: 50mila dollari con Pelé dall'inizio, 10mila senza Pelé. ([[Giovanni Trapattoni]])
[[Immagine:Pelé Schiphol 1962.jpg|thumb|Pelè nel 1962]]
*Pelé, leggenda vivente, nasce in Brasile ma è universale. [...] Il suo corpo si muoveva a tempo con un ritmo atavico e negro, che si adattava armoniosamente al movimento capriccioso della sfera. Le sue qualità muscolari gli permettevano di compiere qualsiasi prodezza; non sapremo mai, per esempio, se Pelé saliva dalla terra o scendeva dal cielo per colpire il pallone in piena fronte con il portiere come vittima e la rete come destinazione finale. Un'altra possibilità era che addomesticasse il pallone con il petto, atterrasse con i piedi a terra, e solo dopo aver atteso un paio di secondi, scegliesse un angolo dove segnare il gol. Sappiamo, questo sì, che il pallone era dalla sua parte, che esisteva un patto di mutua lealtà, di obbedienza. ([[Jorge Valdano]])