Bruce Lee - La leggenda: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Riprendendo sulla vita di Bruce Lee}} L'interesse di Bruce Lee per la filosofia, definita dagli occidentali come amore per la saggezza è una passione che lo accompagna nel corso di tutta la sua breve vita. Lee insegna da sei anni cultura e filosofia cinese agli americani e tiene corsi sulle finezze del pensiero cinese nel nord ovest del pacifico. Tuttavia la sua grande passione è il kung fu, antica arte marziale cinese conosciuta anche come gung fu. Lee ha studiato per nove anni uno stile particolare di [[Kung Fu]] cinese chiamato [[Wing Chun]] ed è considerato uno dei suoi esponenti più dotati e versatili, il suo maestro in quest'arte è stato un anziano cinese di Hong Kong di nome [[Ip Man|Yip Man]]. Nonostante la grande abilità di Lee in questo stile i suoi studi di filosofia lo spingono a porsi delle domande. Lee si chiede per quale motivo i grandi esperti di [[arti marziali]], cinesi e non, siano più impegnati a preservare la tradizione e non a comprenderne le radici filosofiche più profonde, in più Lee ha iniziato a elaborare un proprio stile di kung fu che lui descrive di natura non classica e che ha alla base i principi dell'economia del movimento, della semplicità e dell'immediatezza. Le comunità di arti marziali americane e cinesi sconfessano quella che considerano un eresia, un giovane come lui che critichi miglia di anni di tradizioni e di autorità mai messa in dubbio viene considerata una minaccia allo status quo e al suo potere ormai consolidato. ('''Narratore''')
*Lee è apertamente critico nei confronti delle arti marziali così come vengono insegnate e praticate in America, ritiene che siano prove di realismo in quanto consistono più che altro in una serie di mosse di autodifesa provate all'infinito e che oltre a essere assolutamente prevedibili siano solo una serie di mosse standard e nulla più, secondo lui il vero combattimento è spontaneo ed è composto di ritmi irregolari o spezzati che un avversario non può né prevedere né anticipare. I campionati di [[karate]] dell'epoca sono incontri che si svolgono senza alcun contatto, il loro esito è determinato non dall'atterramento dell'avversario ma da un accumulo di punti guadagnati grazie a colpi che non toccano mai l'altro, la vittoria è determinata da una squadra di giudici che decide quale degli avversari avrebbe ferito di più se fosse stato ammesso il contatto. Lee rifiuta questi stili di pseudo [[combattimento]] che chiama frustrazioni organizzate e nuoto senz'acqua. Le critiche che muove a queste discipline derivano in parte dalla sua esperienza a Hong Kong che non è stata quella di incontri a distanza bensì di incontri full kontact da strada e sfide sui tetti di Hong Kong quando non sfidava avversari di scuole di kung fu differenti, Lee tra l'altro combatteva di frequente contro avversari armati di coltelli e catene, e in queste sfide del mondo vero arbitri e giudici non erano necessari. Invece di partecipare ai campionati di karate che egli considera poco più che un gioco da ragazzi, Lee si dedica a un approccio più scientifico al combattimento senza armi, la sua ricerca lo avvicina alla fisica di [[Isaac Newton|Newton]], alle tecniche e ai principi della [[scherma]] europea e del [[pugilato]] occidentale nei quali l'efficienza e non la tradizione sono alla base di entrambe le discipline. Le sue ricerche lo portano a capire che la sola prova decisiva circa il valore di una tecnica di combattimento è la sua efficacia nell'atterrare l'avversario. Tutto ciò che è puro ornamento viene bandito dal suo stile, fa sue solo quelle tecniche che lui stesso a dimostrato essere efficaci nelle situazioni di auto difesa reale. Lee è il primo maestro di arti marziali del nord America se non del mondo che durante gli allenamenti fa indossare ai suoi allievi guantoni da box, caschi e protezioni. Non vi è nulla di predefinito, i colpi non vengono solo simulati, e la sua arte diviene molto più reale. Nel 1967 Lee introduce il concetto di contatto al campionato internazionale di Karate a Long Beach in [[California]], in questo nuovo stile basato sul realismo non si enfatizza la difesa poiché in uno scontro vero significherebbe lasciare decidere modi e tempi all'avversario, al contrario il fulcro del nuovo approccio di Lee al combattimento è l'attacco o più precisamente intercettare l'attacco dell'avversario con un'altro attacco. A metà estate del 1967 Lee ha ben chiaro che il fattore determinante del suo nuovo approccio alle arti marziali sta nel colpire. Dato che il vocabolo cantonese, combattimento senza armi, viene rappresentato dall'ideogramma che indica un pugno, Lee battezza questo suo nuovo stile [[Jeet Kune Do]]: la via del pugno che intercetta. ('''Narratore''')
*Il 13 agosto 1970 a causa di un riscaldamento inadeguato durante un [[Allenamento|allenamento]] di sollevamento pesi Lee si stira il quarto nervo sacrale nella parte inferiore della schiena. ('''Narratore''')
*Impiego gran parte di quel periodo svolgendo alcune ricerche nella sua vastissima biblioteca, studio vari volumi sulle arti marziali, sull'arte del combattimento moderno e antico, nel corpo a corpo, in occidente e in oriente, lesse molti libri di [[Filosofia]] e di [[Psicologia]], approfondendo il tema della motivazione. ('''Linda Lee Cadwell''')
*Impossibilitato a utilizzare fisicamente la propria energia Lee la incanala nella mente, gli scritti del [[Gautama Buddha|Buddha]], di [[Alan Watts]], [[Carl Rogers]], [[Laozi|Lao Tzu]], [[Frederick Park]], [[Daisetsu Suzuki]] e [[Jiddu Krishnamurti]] diventano i suoi compagni abituali. ('''Narratore''')
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*Le tecniche di [[Grapling]] e delle leve articolari aggiungeranno spettacolare novità nei combattimenti, per la stessa ragione Lee scrittura il gran maestro di [[Apikido]] coreano Ji Han Jei che all'epoca era cintura nera di settimo livello della sua arte, Ji sarà il guardiano del quarto grado della pagoda[...]. ('''Narratore''')
*Lee decide di scritturare un'altro dei suoi allievi Kareem Abdul-Jabbar per il ruolo del guardiano dell'ultimo livello della pagoda. Kareem combatté con uno stile sconosciuto che simboleggia il livello più elevato delle arti marziali, questo stile sconosciuto è l'essenza del Jeet Kune Do[…].('''Narratore''')
*Nel combattimento al terzo piano il personaggio di Lee utilizza un frustino di [[bambù]], il frustino rappresenta la [[Flessibilità|fessibilitàflessibilità]], caratteristica che secondo Lee è essenziale per avere successo nella pratica delle arti marziali. Il combattimento cosi come la vita è imprevedibile, e Lee ritiene che sia necessario un grande spirito i adattamento per cambiare al cambiare delle circostanze. Inoltre il suo personaggio veste una tuta gialla per sottolineare l'assenza di affiliazione con una scuola di arti marziali conosciuta. Il risultato di questa collaborazione sono tre sequenze dense di significato realizzate con estrema cura e interpretabili a vari livelli che costituiscono l'esempio di combattimento non armato, più aggraziato e dinamico mai visto su pellicola [...]. ('''Narratore''')
*Circa due minuti di girato che introducevano la scena finale sono andate perse. ('''Narratore''')