Roberto Gervaso: differenze tra le versioni

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*Chi ama il [[prossimo]] suo come se stesso, o non conosce abbastanza il prossimo o non ama abbastanza se stesso. (p. 13)
*Le belle [[ultime parole|frasi in punto di morte]] le hanno sempre pronunciate i posteri. (p. 13)
*L'[[ozio]] è il padre di quei vizi che ce lo fanno amare. (p. 14)
*L'[[aforisma]] è un lapillo dell'intelligenza. (p. 14)
*Le stelle cadono senza far rumore per non svegliarci. (p. 15)
*L'ozio non ci fa fare quelle cose che non avremmo comunque fatto. (p. 15)
*Niente aiuta tanto a [[vita e morte|vivere]] quanto la paura di [[vita e morte|morire]]. (p. 15)
*Si può vivere con gli altri, ma si sopravvive solo con se stessi. (p. 16)
*Chiediamo agli altri quelle cose che preferiremmo non fare se venissero chieste a noi. (p. 17)
*Niente, più della [[sventura]], c'insegna a [[conoscere se stessi|conoscerci]]. (p. 17)
*Niente mi fa più [[risata|ridere]] di chi vuol farmi ridere a qualunque costo. (p. 18)
*Il [[paradosso]] è una verità controcorrente. (p. 19)
*Più facciamo [[progetto|progetti]], meno li realizziamo. (p. 19)
*Il [[flirt]] sta alla passione come il fuoco d'artificio al rogo. (p. 20)
*Non è vero che un [[amicizia|amico]] si vede nel bisogno; un amico si vede sempre. (p. 21)
*L'[[umorista]] fa il solletico alla vita per renderla meno arcigna. (p. 51)