Bruce Lee: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Recitando alcune righe che aveva scritto per il suo breve ruolo nella serie TV ''Longstreet''}} Non essere un'unica forma, adattala e costruiscila su te stesso e lasciala crescere: sii come l'acqua. Libera la tua mente, sii informe, senza limiti come l'acqua. Se metti l'acqua in una tazza, lei diventa una tazza. Se la metti in una bottiglia, lei diventa una bottiglia. Se la metti in una teiera, lei diventa la teiera. L'acqua può fluire, o può distruggere. Sii acqua, amico mio.
:''Don't get set into one form, adapt it and build your own, and let it grow, be like water. Empty your mind, be formless, shapeless — like water. Now you put water in a cup, it becomes the cup; You put water into a bottle it becomes the bottle; You put it in a teapot it becomes the teapot. Now water can flow or it can crash. Be water, my friend.'' (da ''A Warrior's Journey'', 2000)
*Qualunque tentativo di scrivere un articolo denso di significato su come io, Bruce Lee, sento e penso o mi esprimo, è innanzitutto un compito assai arduo, in quanto mi trovo tuttora immerso in un processo di apprendimento, in una costante scoperta e crescita. E come se tutto ciò non bastasse, sono nel mezzo della preparazione del mio prossimo film, ''[[I 3 dell'Operazione Drago]]'' {{NDR|tit. or. ''Enter the Dragon''}}, una coproduzione tra Concord e Warner Bros., più un'altra produzione della Concord, ''L'ultimo combattimento di Chen''<ref>Si tratta con ogni probabilità di un errore della traduzione italiana. Bruce Lee si riferiva la film ''The Game of Death'' del 1972, poi rimasto incompiuto, per maggiori informazioni vedere la versione originale [https://books.google.it/books?id=aWPlUuZievMC&pg=PA391&hl=it&source=gbs_toc_r&cad=3 qui]. Le scene inedite di questo film con Bruce Lee sono presenti nel documentario del 2000 intitolato ''[[Bruce Lee - La leggenda]]''. ''[[L'ultimo combattimento di Chen]]'' (''Game of Death'') è invece un film del 1978 diretto da [[Robert Clouse]]. Clouse riadattò il film di Bruce Lee e lo portò a termine avvalendosi anche di sosia.</ref> {{NDR|tit. or. ''The Game of Death''}}, di cui abbiamo realizzato soltanto la metà. In quest'ultimo periodo ho avuto un gran da fare con emozioni mescolate tra loro. Naturalmente, questo scritto potrebbe avere pretese inferiori se io mi permettessi di indulgere nel solito gioco di manipolazione della creazione del personaggio. Fortunatamente per me, la mia personale consapevolezza ha trasceso tutto ciò, e sono riuscito a capire che la vita va vissuta – non concettualizzata. Sono felice perché sto crescendo ogni giorno di più e onestamente non conosco i miei limiti. Ad essere sinceri, ogni giorno può esserci una rivelazione o una nuova scoperta per me. Tuttavia, la gratificazione più grande deve ancora arrivare: sentire un altro essere umano dire: "Ehi, c'è qualcosa di autentico qui!" Oh, lo so, non vengo chiamato in causa per scrivere una confessione vera, ma voglio essere sincero, il che è il minimo che un essere umano possa fare. Fondamentalmente, io sono un praticante di arti marziali per scelta e un attore di professione. Ma soprattutto spero di realizzarmi lungo la via come un artista della vita. L'arte marziale, infatti, così come qualsiasi altra arte, è un'illimitata espressione atletica di un'anima individuale. Oh certo, l'arte marziale è anche quotidiano allenamento fisico, quasi da eremiti, diretto a migliorare o mantenere la propria qualità. Tuttavia, l'arte marziale serve anche a manifestare l'anima umana così com'è, ed è questo che mi interessa. Certo, sono cresciuto un bel po' dal giorno in cui divenni un praticante di arti marziali, e il mio è un processo di continua crescita, tutt'ora. Vivere significa esprimersi liberamente nella creazione. Creazione che, devo dirlo, non è qualcosa di fisso, una solidificazione. Spero pertanto che i miei colleghi praticanti di arte marziale riusciranno ad aprirsi ed essere veri e trasparenti, ed io auguro loro ogni bene nel processo di ricerca delle proprie radici.<ref>Da ''La mia Via al Jeet Kune Do, Volume 1'', a cura di John Little, traduzione di M. Faccia, Edizioni Mediterranee, 2000, capitolo 23, ''Un pensiero di congedo. Lungo il mio cammino'', [https://books.google.it/books?id=IGCUgXu2K7cC&pg=PA195 p. 195]. ISBN 8827213309</ref>
*Quando senti dire che il [[Jeet Kune Do]] è diverso da "questo" o da "quello", non ti formalizzare: è soltanto un nome. (da ''Tao of Jeet Kune Do'')