Marino Piazzolla: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Giacomanni (discussione | contributi)
Giacomanni (discussione | contributi)
Riga 10:
*La [[filantropia]] [...] è la religione dei rivoluzionari con la polizza di assicurazione. E poi [...] con la filantropia e l'intelletto rivolto a sinistra s'incassano miliardi. (da ''J. P. Sartre, intellettuale massificato'', Edizioni dell'Ippogrifo, Roma, 1973<ref>Ora in [http://issuu.com/fondazionemarinopiazzolla/docs/omaggio_a_piazzolla_vol_1 ''Omaggio a Piazzolla: vol. 1''], a cura di Velio Carratoni, Fondazione Marino Piazzolla, Roma, p. 305</ref>)
*L'[[arte]] va ricercata più che nei fatti di cultura, nei doni che a un certo momento la civiltà più segreta offre alla fantasia umana. (da ''Un viaggio favoloso'', ''La Fiera Letteraria'', 4 giugno 1950)
*L'[[intellettuale]]! Questa parola fa paura, ma nello stesso tempo fa pena. L'intellettuale di oggi è un misto di fessaggine, di pederastia e di mutria. Pur non avendo capito nulla, né di sé, né degli altri, si presenta come l'oracolo degli oracoli. Usa un linguaggio ricercato, astruso, quasi da ebete: con la convinzione di mettere a posto il mondo, e invece non mette a posto nemmeno a se stesso. E l'intellettuale, nostro contemporaneo, sta quasi collocato sempre a sinistra (mangia però a destra), vuol fare la "rivoluzione", ma spera assicurarsi che non gli venga tolto nulla. (da ''J. P. Sartre, intellettuale massificato'', Edizioni dell'Ippogrifo, Roma, 1973<ref>Ora in [http://issuu.com/fondazionemarinopiazzolla/docs/omaggio_a_piazzolla_vol_1 ''Omaggio a Piazzolla: vol. 1''], a cura di Velio Carratoni, Fondazione Marino Piazzolla, Roma, p. 298</ref>)
*[[Massimo Bontempelli]] costretto a dimettersi da senatore comunista, muore nel quasi disprezzo degli scrittori militanti e antifascisti. Di lui si disse che in qualità di accademico d'Italia era stato scelto come guardia d'onore ai caduti nella rivoluzione fascista.<ref name=fermenti1977/>
*Senza [[metafisica]] scompaiono tutte le certezze e si giunge a quella esasperazione esistenzialistica, la quale, facendo dimenticare all'uomo la sua essenza, lo conduce verso il nulla, creduto, in tal modo, unica realtà e unico fine. L'Enciclica {{NDR|[[Pio XII]], ''Humani generis''}}, davanti a questo stato drammatico e instabile dello spirito moderno, ci ricorda soprattutto le verità ben note e fondamentali; quella verità unica che fece dire a Cristo: uomo, tu non mi cercheresti se io non fossi già in te. (da ''Anarchia della ragione'', ''La Fiera Letteraria'', 31 dicembre 1950)