Vincenzo Cardarelli: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Vincenzo Cardarelli==
*''Ce ne sono di chiese e di chiesuole, | al mio paese, quante se ne vuole! | E santi che dai loro tabernacoli | sono sempre fuori a compiere miracoli.'' (da ''Santi del mio paese'', nelle ''Poesie''; in ''Opere'', p. 82)
*''Così la fanciullezza | fa ruzzolare il mondo | e il saggio non è che un fanciullo che si duole di essere cresciuto.'' (da ''Adolescente'' nelle ''Poesie'')
*Dal gesuita vien fuori il giacobino, non nascerà mai il nuovo italiano. Ben altro è il [[cattolicesimo]] che piace a noi, e che sentiamo: più antico, robusto, ingenuo. Non è né europeo, né spagnuolo, ma romano. Risale ai tempi giuridici e ferrei d'Ildebrando, al paternostro, a quel glorioso registro nel quale i parroci cominciarono a tener conto dei nostri nomi, ai secoli d'oro della Chiesa romana. (da ''Parliamo dell'Italia'', ''Appendice di prose''; in ''Opere'', p. 983)
*''Dovevamo saperlo che l'amore | brucia la vita e fa volare il tempo.'' (da ''Passato'' nelle ''Poesie'')
*''E tu, Inghilterra, | padrona degli oceani, signora | delle tempeste, | non avrai gloria, ma infamia, | in presenza di Genova di Pisa. | Qui la tua flotta imperiale è corsara. | Qui tu non puoi che rinnovar le imprese | degl'infedeli | e ben invochi il Turco a tuo alleato. | Qui, prima che il valore, | è la luce del genio | che ti sconfigge.'' (da ''Canzone di marcia'', nelle ''Poesie''; in ''Opere'', p. 115)
*Fin dove il cuore mi resse arditamente mi spinsi. (da ''Alla Deriva'' nelle ''Poesie'')
*Il cervello di [[Massimo Bontempelli|Bontempelli]] è come una bombola d'alchimista dove tutto si trasforma e assume parvenze irreali e fantasiose. Ciò non vuol dire ch'egli non sia un artista di esperienze reali e vissute, un sagace e satirico pittore dei nostri tempi. (da ''La poltrona vuota'', Rizzoli, Milano, 1969, p. 249)
*Il Dio delle ''Favole'' è quello dei romantici, è il dio di Fichte, di Hegel, che noi abbiamo conosciuto purtroppo, in letteratura, prima del Dio vero. (da ''Al critico letterario dell'«Osservatore Romano»'', in ''Lettere non spedite''; in ''Opere'', p. 872)
*Io nacqui forestiero in [[Maremma]], di padre marchigiano, e crebbi come un esiliato, assaporando con commozione precoci [[tristezza|tristezze]] e indefinibili [[nostalgia|nostalgie]]. Non mi ricordo la mia [[famiglia]], né la [[casa]] dove son nato, esposta a [[mare]], nel punto più alto del paese, buttata giù in una notte come dall'urto di un ciclone, quando io avevo due anni appena. (da ''Memorie della mia infanzia''; in ''Opere'')
*''[[Ispirazione]] per me è indifferenza. | Poesia: salute e impassibilità. | Arte di tacere. | Come la tragedia è l'arte di mascherarsi.'' (da ''Poesie'')
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*''Non so dove i [[gabbiano|gabbiani]] abbiano il nido, | ove trovino pace. | Io son come loro, | in perpetuo volo. | La vita la sfioro | com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.'' (da ''Il gabbiano'')
*[[Poesia]] potrebbe anche definirsi: la fiducia di parlare a sé stessi. (da ''Viaggi nel tempo'', Vallecchi, 1920)
*''Ruggono al vento le Fiamme Nere. | E le Camicie Nere che s'avanzano | con violenza e voce d'uragano | hanno le insegne, il grido, il passo, l'ordine | delle antiche legioni. | Quale cammino il tuo! | Da quanto sangue fosti consacrata, | camicia storica. | Ed era sul tuo panno come il sangue | d'una rondine uccisa. | Ora sei la gloriosa, | decente veste dell'Italia nuova. | Beato chi sia degno di portarti | a capo scoperto, | lungo le vie soleggiate.'' (da ''Camicia Nera'' nelle ''Poesie''; in ''Opere'', p. 114)
*''Terra negata ai padri, | promessa ai figli, faticata [[Etiopia]], | tu non potrai più oltre | fuggire il tuo destino, | troppo e sì lungamente | legato al nostro.'' (da ''Fato africano'', nelle ''Poesie''; in ''Opere'', pp. 118-19)
*Un popolo che si getta nell'avvenire, trascurando, disconoscendo le sue tradizioni, è paragonabile ad un esercito che fa un'avanzata tagliandosi le retrovie. (da ''Parole all'orecchio'', ''Appendice di prose'', frammento III, 5; in ''Opere'', p. 934)
 
==''Parliamo dell'Italia''==
*Dal gesuita vien fuori il giacobino, non nascerà mai il nuovo italiano. Ben altro è il [[cattolicesimo]] che piace a noi, e che sentiamo: più antico, robusto, ingenuo. Non è né europeo, né spagnuolo, ma romano. Risale ai tempi giuridici e ferrei d'Ildebrando, al paternostro, a quel glorioso registro nel quale i parroci cominciarono a tener conto dei nostri nomi, ai secoli d'oro della Chiesa romana. (da ''Parliamo dell'Italia'', ''Appendice di prose''; in ''Opere''1981, p. 983)
*Io credo che verrà presto il giorno in cui bisognerà riformare anche il nostro vecchio vocabolario politico e si riconoscerà al [[Fascismo]], più che il merito di aver instaurato, in tempi eccezionali, un regime di forza, la gloria d'aver dato all'Italia un ordinamento conforme alla sua indole e alle sue tradizioni. (1981, p. 986)
*Rivive nel [[Fascismo]], più o meno espresso e consapevole, quello spirito nobilmente popolare che armò le repubbliche e fece fiorire e sparse per il mondo la civiltà dei nostri primi comuni. Non s'era mai intesto, dalla costituzione del regno d'Italia in poi, un Presidente del Consiglio chiamar popolo l'Italia e professarsi suo servitore, come [[Mussolini]]. (1981, p. 987)
 
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