Giordano Bruno: differenze tra le versioni

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*Cosa è questo primo lavoro? Una commedia, il ''Candelaio''. Bruno vi sfoga le sue qualità poetiche e letterarie. La scena è in Napoli, la materia è il mondo plebeo e volgare, il concetto è l'eterna lotta degli sciocchi e de' furbi, lo spirito è il più profondo disprezzo e fastidio della società, la forma è cinica. È il fondo della commedia italiana dal [[Giovanni Boccaccio|Boccaccio]] all'[[Pietro Aretino|Aretino]], salvo che gli altri vi si spassano, massime l'Aretino, ed egli se ne stacca e rimane al di sopra. Chiamasi ''accademico di nulla accademia, detto il Fastidito''. Nel tempo classico delle accademie il suo titolo di gloria è di non essere accademico. Quel ''fastidito'' ti dà la chiave del suo spirito. La società non gl'ispira più collera; ne ha fastidio, si sente fuori e sopra di essa. ([[Francesco De Sanctis]])
*È stato detto che il ''Candelaio'' è una fosca rappresentazione pessimistica; ma né il Bruno in quanto filosofo può dirsi pessimista, né in questa sua commedia c'è la poesia del pessimismo. E sebbene si usi ora discorrerne come di una possente creazione d'arte, il giudizio del [[Francesco De Sanctis|De Sanctis]] [...] mi pare che, se non in ogni deduzione, nella sua conclusione, debba rimaner saldo, per quel che concerne il ''Candelaio'': un uomo come il Bruno (egli dice) «era destinato a speculare sull'uno e sul medesimo, non certo a fare un'opera d'arte». ([[Benedetto Croce]])
*''Il Candelaio'' costituisce, nell'intera opera di Bruno, l'esempio, fin dalla dimostrazione del genere, del peso e dell'importanza che la letteratura ha per il filosofo: la commedia, anzitutto, con l'amplissima parodia del linguaggio del [[Petrarca]] e del petrarchismo cinquecentesco nel proprologo e nel prologo, quale poi ritornerà nella dedicatoria e nell'argomento degli ''Eroici furori'', a testimoninaza di un impegno particolarmente accanito e prolungato del Bruno nei confronti della situazione letteraria contemporanea. ([[Giorgio Bàrberi Squarotti]])
*Il ''Candelaio'' è una commedia scellerata ed infame. ([[Scipione Maffei]])
*Il ''Candelaio'', scritto in un volgare popolaresco ricco di napoletanismi plebei, ma non senza echi della tradizione burlesca rinascimentale ([[Pietro Aretino|Aretino]], [[Francesco Berni|Berni]], ecc.) accanto a moduli parodici della retorica classica, riflette sul piano morale il momento di rottura con l'Ordine, né è da escludere che la composizione ne fosse stata iniziata prima dell'allontanamento dall'Italia. ([[Giovanni Aquilecchia]])