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*{{NDR|Su ''[[De la causa, principio et uno]]''}} La filosofia, nella sua massima espressione, si concretizza proprio in questa ricerca dell'Uno, in questa contemplazione della natura, in questo sforzo di cogliere l'invisibile nel visibile, l'unità nella molteplicità. (p. 81)
*{{NDR|Su ''[[Spaccio de la bestia trionfante]]''}} In queste splendide pagine, Bruno esprime una visione della religione diametralmente opposta a quella sostenuta dalla teologia protestante. Per [[Martin Lutero|Lutero]] e [[Giovanni Calvino|Calvino]] il rapporto tra uomo e Dio si materializza in un legame individuale fondato solo ed esclusivamente sulla fede. E finanche le Leggi, che nella visione [[Antico testamento|veterotestamentaria]] sanzionavano il contratto tra ''humanitas'' e ''divinitas'', non garantiscono più la salvezza. Tutto ciò che riguarda l'orizzonte mondano viene escluso, espunto, neuralizzato. [...] Bruno capisce con chiarezza le conseguenza funeste che la dottrina della ''sola fide'' può avere sulla società: svalorizzare le opere e l'etica, ma anche la ragione e le scienze speculative, non incoraggia certamente gli uomini ad intraprendere la durissima strada del riscatto dalla ''feritas''. (pp. 104-105)
*Non c'è da meravigliarsi, quindi, se del Nolano nel corso dei secoli è stato detto tutto e il contrario di tutto. Campione della magia e dell'esoterismo, per alcuni. Precursore della scienza moderna, per altri. Fautore dell'oscurantismo o sostenitore dei grandi temi della modernità (tolleranza, modernità dei saperi, relativismo, dialogo, infinitismo). Un pensiero, insomma, che per la sua complessità e per la sua capcità di usare consapevolmente in maniera «impropria» culture e filosofie, spostando continuamente i concetti in un ambito «estraneo» alla loro tradizionale appartenenza, ha finito per incoraggiare sempre nuove letture e nuovi cicli interpretativi, non senza però attirare su di sé anche insofferenze e antipatie. (p. 188)
 
==Note==