Marino Piazzolla: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Marino Piazzolla==
*Altra qualità romana di [[Trilussa]] fu il rispetto sentito per le idee e per le tradizioni. Egli credeva realmente nella fratellanza umana e forse perché frequenti furono le delusioni a tal proposito che si mostrò scettico verso gli uomini, restando fedele soltanto alle idee e alle istituzioni, scagliandosi invece contro gli uomini politici e, soprattutto, contro i demagoghi d'ogni colore. Trilussa ebbe vivo anche il sentimento religioso; e quando si mostrò scontroso, questo fece per solo pudore, non per vena di scetticismo. (da ''D'Amico ha parlato di Trilussa'', ''La Fiera Letteraria'', 15 aprile 1951, p. 2)
*Di sera come fossi sceso dalle vette di un cirro, la vidi che si torceva, tutta. Qualche guglia si beava nello spazio; e sembrò più pulita. Le torri, d'osso cupo, si composero come due immense conchiglie. Negli intagli del portale la polvere aveva vergogna di un cielo sbandierato. La piazza non ebbe più battiti. Ma il murmure della Senna investiva le pietre, messe in ordine quasi sepolcrale. Mi apparve allora la cupola, coperta da un'erba alta e morbida, in cui il vento si trovava a suo agio. I santi, istoriati nel sasso, si animarono quasi avessero nelle viscere stecchite canne d'organo. Ci fu una specie di coro diffuso nell'aria. Capii! La cattedrale soffriva per il suo ancoraggio. (da ''Scoperta del tempio'', ''La Fiera Letteraria'', 18 giugno 1950)
*E a guardarli bene, ad odorarli, i [[fiore|fiori]] conservano, nella loro brevissima giornata terrena, una traccia vaga, indefinibile di un mondo che, essendo misterioso, apre il cuore dell'uomo alla speranza; ma soprattutto all'amore, che è insieme verità e bellezza della vita. Ed è così che i fiori c'insegnano a sorridere.<ref>Marino Piazzolla,(da ''I fiori c'insegnano a sorridere : favole per adulti'', Edizioni d'arte Giorgio Ghelfi, Verona, 1973, p. 17.</ref>)
*L'arte va ricercata più che nei fatti di cultura, nei doni che a un certo momento la civiltà più segreta offre alla fantasia umana. (da ''Un viaggio favoloso'', ''La Fiera Letteraria'', 4 giugno 1950)
*Il [[relativismo]] [...] tipico atteggiamento della filosofia contemporanea, trova le sue fonti nel Kantismo, nel Positivismo empiristico e nell'Idealismo evoluzionistico. In queste tre correnti di pensiero non vi è più posto per il principio di causalità, di sostanza e di unità. Tutta la conoscenza è ridotta a un fenomenismo che attraverso le leggi dell'ereditarietà, distrugge nell'uomo la sua essenza per esasperarne, nel tempo e nello spazio, la sola esistenza. (da ''Anarchia della ragione'', ''La Fiera Letteraria'', 31 dicembre 1950)
*L'[[arte]] va ricercata più che nei fatti di cultura, nei doni che a un certo momento la civiltà più segreta offre alla fantasia umana. (da ''Un viaggio favoloso'', ''La Fiera Letteraria'', 4 giugno 1950)
*Senza [[metafisica]] scompaiono tutte le certezze e si giunge a quella esasperazione esistenzialistica, la quale, facendo dimenticare all'uomo la sua essenza, lo conduce verso il nulla, creduto, in tal modo, unica realtà e unico fine. L'Enciclica {{NDR|[[Pio XII]], ''Humani generis''}}, davanti a questo stato drammatico e instabile dello spirito moderno, ci ricorda soprattutto le verità ben note e fondamentali; quella verità unica che fece dire a Cristo: uomo, tu non mi cercheresti se io non fossi già in te. (da ''Anarchia della ragione'', ''La Fiera Letteraria'', 31 dicembre 1950)
 
==Note==