Albert Camus: differenze tra le versioni

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*Insomma, sono io che faccio le veci della peste.
*Non c'è nessun cielo, Cesonia.
*Ah, che abiezione, che schifo, che senso di vomito sentirci crescere dentro quella stessa [[viltà]] e quell'impotenza che abbiamo disprezzato negli altri. La viltà! Ma che importa? [...] Sto per ritrovare quel grande vuoto in cui l'anima si placa.
*''Rumore d'armi e mormorio in quinta. Caligola si alza, prende un seggio e si accosta ansimandoalloansimando allo specchio. Si guarda, fa la mossa di balzare in avanti e, vedendo la propria immagine muoversi di riflesso nello specchio, lancia violentemente il seggio urlando.'' Alla storia, Caligola, alla storia! ''Lo specchio va in frantumi e, contemporaneamente, entrano da tutti i lati i congiurati armati. Caligola li fronteggia esplodendo in una risata selvaggia. Cherea, per primo, gli è addosso con un balzo e lo trafigge col pugnale, tre volte in pieno viso. Il riso di Caligola si trasforma in singhiozzi. Tutti lo colpiscono convulsamente. In un ultimo singhiozzo, ridendo e rantolando, Caligola grida.'' Sono ancora vivo!
 
==''Il mito di Sisifo''==