Massimo Bontempelli: differenze tra le versioni

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*Passando davanti alle Giubbe Rosse, che allora erano i Portici d'Academo e i Giardini di Epicuro della intelligenza fiorentina, potei contemplare con venerazione, oltre i vetri, la magnetica fluidità del corpo di [[Giovanni Papini]], che svolgendo allora la sua rapida "esperienza futurista", dettava un articolo per ''Lacerba'', il giornale della maturità del futurismo. (da ''La vita intensa'', 1978, p. 100)
*Per breve ancora mi sentii, strisciando come un'immagine, vivere sopra due dimensioni, poi la soppressione di me fu totale. Fui un punto, fui nulla. Pur sentivo il mio essere, e, privo il mondo di Spazio, intesi che anche vivo, o almeno ero, angosciosamente ero, come una non annullabile porzione di [[coscienza]]. (da ''Viaggi e scoperte. Ultime avventure'', in ''Racconti e romanzi'', a cura di P. Masino, Mondadori, Milano, 1961, p. 477)
*Qualcuno vorrà ch'io conti, tra le disposizioni singolarmente creatrici d'umanità, la conquista scientifica. Ma questa, con le sue maraviglie, supera l'animalità solamente come ampiezza di svolgimento. La [[scienza]] è la capacità di esplorare il mondo fisico, e riconoscericonoscere le regole secondo cui esso si comporta e si regge, e sfruttarle per il benessere quotidiano degli uomini. Ora, così i rudimenti della conoscenza dell'esterno fisico, quanto l'uso di qualche sua legge a proprio vantaggio, son noti già alle bestie: le rondini mostrano di avere nozioni di geografia e di meteorologia; si videro cani gettare in un fiume pezzi di legno per valutarne l'intensità di corrente prima di avventurarvisi. Penso pure che la scienza, per la sua stessa natura, non può servire alla vera vera conoscenza se non per diffonderla; la sua funzione rispetto a essa è puramente strumentale. (La matematica solo strumentalmente serve le scienze fisiche; idealmente essa va forse allineata con la filosofia). (da ''Panorama delle attività umane'', ''La Nuova Europa'', 25 marzo 1945)<ref name=NuovaEuropa45/>
*Quando la macchina raggiunge i “cento all'ora”, non è più il senso di una maggiore velocità, quello che vi prende e soggioga. È la rivelazione di un'atmosfera nuova e improvvisamente diversa. Dai settanta agli ottanta, agli ottantacinque, ai novanta, sentire semplicemente un aumento di rapidità. Sopra i novanta può sembrarvi di andare a una velocità pazza: ma appena il tachimetro raggiunge la cifra dei cento, la sensazione di rapidità svanisce, non si tratta ormai di più o di meno rapido, è un piano diverso di vita che si ammassa intorno a voi e in cui vi introducete religiosamente: religioso, infatti, e come solenne e sacro è il senso che vi avvolge. (da ''Stato di grazia. Interpretazioni (1925-1929)'', Stock, Roma, 1931, p. 101)
*Quanto all'uomo deve bastare per reggersi da sé senza un Principe né una Provvidenza, per essere e sentirsi, uno per uno e solidalmente, responsabile della propria buona o mala fortuna: l'Uomo, l'Io. Ecco [[Max Stirner|Stirner]], con l'Unico e le sue proprietà. (da ''Dignità dell'uomo (1943-1946)'', Bompiani, Milano 1946, pp. 57)