Giordano Bruno: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*IN LODE DELL'ASINO ''O sant'asinità, sant'[[ignoranza]], | Santa stolticia e pia divozione, | Qual sola puoi far l'anime sí buone, | Ch'uman ingegno e studio non l'avanza; | [...] | La santa asinità di ciò non cura; | Ma con man gionte e 'n ginocchion vuol stare, | Aspettando da Dio la sua ventura. | Nessuna cosa dura, | Eccetto il frutto de l'eterna requie, | La qual ne done Dio dopo l'essequie.'' (dal sonetto anteposto alla declamazione, ''In lode dell'asino'')
*Gli uomini più divoti e [[santi]], amatori et exequitori dell'antiqua e nova legge, absolutamente e per particolar privilegio son stati chiamati asini. (dalla declamazione)
*Stolti del mondo son stati quelli ch'han formata la religione, gli ceremoni, la legge, la fede, la regola di vita; gli maggiori asini del mondo (che son quei che, privi d'ogni altro senso e dottrina, e voti d'ogni vita e costume civile, marciti sono nella perpetua pedanteria) son quelli che per grazia del cielo riformano la temerata e corrotta fede, medicano le ferite de l'impiagata religione, e togliendo gli abusi de le superstizioni, risaldano le scissure della sua veste; non son quelli che con empia curiosità vanno, o pur mai andâro perseguitando gli arcani della natura, computâro le vicissitudini de le stelle. (dalla declamazione)
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*Quindi possete capire esser possibile che molti [[animale|animali]] possono aver più ingegno e molto maggior lume d'intelletto che l'uomo (come non è burla quel che proferì [[Mosè]] del [[serpente|serpe]], che nominò sapientissimo tra tutte l'altre bestie de la terra); ma per penuria d'instrumenti gli viene ad essere inferiore, come quello per ricchezza e dono de medesimi gli è tanto superiore. (Onorio: II dialogo)
*'''Sebasto''': Non volete dunque che sia l'intelligenza universale che muove?<br />'''Onorio''': Dico che la intelligenza efficiente universale è una de tutti; e quella muove e fa intendere; ma, oltre, in tutti è l'intelligenza particulare, in cui sono mossi, illuminati ed intendono; e questa è moltiplicata secondo il numero de gli individui. (II dialogo)
*Con questa. Quella cosa, dicono, o devrà esser vera o falsa. Se è falsa, non può esser insegnata, perché del falso non può esser dottrina né disciplina: atteso che a quel che non è, non può accader cosa alcuna, e perciò non può accader anco d'esser insegnato. Se è vera, non può pure più che tanto essere insegnata: perché o è cosa la quale equalmente appare a tutti, e cossì di lei non può esser dottrina, e per conseguenza non può essreessere alcun dottore [...]; o è cosa, che altrimente ed inequalmente ad altri ed altri appare, e cossì in sé non può aver altro che opinabilità, e sopra lei non si può formar altro che opinione. (Onorio: II dialogo)
 
===Citazioni su ''Cabala del cavallo pegaseo''===