Massimo Bontempelli: differenze tra le versioni

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*[[Noia]] è non sapersi accorgere delle variazioni minime, quelle dalle quali comincia il cammino per scendere in profondità. (da ''Ali dell'Ippogrifo'', in ''Racconti e romanzi'', a cura di P. Masino, Mondadori, Milano, 1961)
*Passando davanti alle Giubbe Rosse, che allora erano i Portici d'Academo e i Giardini di Epicuro della intelligenza fiorentina, potei contemplare con venerazione, oltre i vetri, la magnetica fluidità del corpo di [[Giovanni Papini]], che svolgendo allora la sua rapida "esperienza futurista", dettava un articolo per ''Lacerba'', il giornale della maturità del futurismo. (da ''La vita intensa'', 1978, p. 100)
*Per breve ancora mi sentii, strisciando come un'immagine, vivere sopra due dimensioni, poi la soppressione di me fu totale. Fui un punto, fui nulla. Pur sentivo il mio essere, e, privo il mondo di Spazio, intesi che anche vivo, o almeno ero, angosciosamente ero, come una non annullabile porzione di [[coscienza]]. (da ''Viaggi e scoperte. Ultime avventure'', in ''Racconti e romanzi'', a cura di P. Masino, Mondadori, Milano, 1961, p. 477)
*Quando la macchina raggiunge i “cento all'ora”, non è più il senso di una maggiore velocità, quello che vi prende e soggioga. È la rivelazione di un'atmosfera nuova e improvvisamente diversa. Dai settanta agli ottanta, agli ottantacinque, ai novanta, sentire semplicemente un aumento di rapidità. Sopra i novanta può sembrarvi di andare a una velocità pazza: ma appena il tachimetro raggiunge la cifra dei cento, la sensazione di rapidità svanisce, non si tratta ormai di più o di meno rapido, è un piano diverso di vita che si ammassa intorno a voi e in cui vi introducete religiosamente: religioso, infatti, e come solenne e sacro è il senso che vi avvolge. (da ''Stato di grazia. Interpretazioni (1925-1929)'', Stock, Roma, 1931, p. 101)
*Quanto all'uomo deve bastare per reggersi da sé senza un Principe né una Provvidenza, per essere e sentirsi, uno per uno e solidalmente, responsabile della propria buona o mala fortuna: l'Uomo, l'Io. Ecco [[Max Stirner|Stirner]], con l'Unico e le sue proprietà. (da ''Dignità dell'uomo (1943-1946)'', Bompiani, Milano 1946, pp. 57)